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Attualità

La storia dietro al video in cui Casalino se la prende con 'vecchi' e 'down'

È una bufala, non è una bufala, recitava, era una provocazione: su questo video le hanno dette tutte. Abbiamo provato a fare chiarezza.
Leonardo Bianchi
Rome, IT
Rocco Casalino
Rocco Casalino e il giornalista Enrico Fedocci nel 2004. Foto via Facebook.

Capita sempre più spesso che il dibattito politico sia monopolizzato da spezzoni di qualche video. Negli Stati Uniti, ad esempio, da circa 48 ore si sta combattendo una guerra a bassa intensità tra lo staff della Casa Bianca e una parte dei media americani intorno al comportamento del corrispondente della CNN Jim Acosta, che in una conferenza stampa ha fatto incazzare non poco Trump.

I repubblicani, infatti, l’accusano di aver strattonato (addirittura “aggredito”) una stagista della Casa Bianca che stava cercando di prendergli il microfono; CNN e altri sostengono che no, Acosta non ha strattonato nessuno e ha solo cercato di continuare a fare domande, e che i video sono pure stati manipolati.

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In Italia, molto più modestamente, ci si sta accapigliando su un video che vede come protagonista il ras della comunicazione del M5S Rocco Casalino. Il 5 novembre del 2018 il canale YouTube ArcadeTV ha riesumato una vecchia apparizione del 2004 in cui Casalino se la prende—usando toni estremamente sgradevoli—con “vecchi e down.”

“Da bambino, da sempre, i vecchi mi fanno schifo,” dice Casalino, “e tutti i ragazzi down mi danno fastidio. Non ho nessuna voglia di relazionarmi a loro, nessuna voglia di aiutarli, poveretti che gli è capitata sta cosa ma non voglio occuparmene…”

La clip è stata poi ripresa da molti quotidiani, e da più parti si è chiesto a Giuseppe Conte di sollevarlo dal suo incarico perché “è indegno di ricoprire quel ruolo.” Casalino, dal canto suo, ha scritto sul Blog delle Stelle che “la stampa italiana pubblica vere e proprie bufale sul mio conto, con il solo obiettivo di colpirmi, infangarmi e mettere in dubbio la mia professionalità.”

Il portavoce di Palazzo Chigi ha spiegato che all’epoca frequentava il Centro Teatro Attivo di Milano “come si vede benissimo dalla lavagna alle mie spalle”; in quel corso, continua, “si sviluppava lo studio dei personaggi, li si interpretava, forzandone i caratteri in maniera anche paradossale e provocatoria.”

Ma è davvero così? Qui le cose si fanno più complicate.

Di quell’incontro esiste un video completo, che dura più di un’ora. E la descrizione su YouTube—su cui è stato caricato lo scorso maggio—già cambia di molto il quadro: “Dopo aver partecipato al Grande Fratello, l’ingegnere brindisino si fece intervistare dagli studenti del corso di giornalismo della provincia di Milano dal giornalista Enrico Fedocci, durante una simulazione di conferenza stampa.”

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Il suo intervento, si legge, è stato a tutto campo su “poteri forti, politica, televisione, sessualità,” e si è tenuto con un costante “atteggiamento provocatorio.” A un certo punto, Casalino dice pure che “quando entrai nel Grande Fratello mi scoprii manipolatore. Ero malvagio, falso. Manipolai gli altri concorrenti per far fare a loro quello che volevo.” Inoltre, rivolgendosi agli aspiranti giornalisti, dice pure che “tra dieci anni sarò il vostro capo” (non ci è andato lontano).

Dunque, come confermato anche dal Centro Teatro Attivo, non si trattava di una “lezione” di recitazione teatrale. E se si guarda il video nella sua interezza, non si riesce davvero a capire dove sarebbe la “recita.”

Ieri, Fedocci ha scritto un lungo status su Facebook in cui ha ricostruito la storia di quell’incontro—nato sostanzialmente per caso, perché “l’ospite concordato per quel giorno saltò.” Il giornalista di Mediaset aveva raccomandato a Casalino di “sollecitarmi i ragazzi” e di “provocarli”; cosa che effettivamente fece.

“Dopo l’incontro,” prosegue Fedocci, “mi resi conto che Casalino aveva suscitato in loro grande antipatia. Una antipatia che molti di loro fecero emergere in maniera molto evidente negli articoli scritti come esercitazione, rendendo di per sé stesso il pezzo non pubblicabile, perché scritto di pancia.” Lo stesso, alla fine del post, tiene a precisare che “quando pubblicai il video mandai per una forma di cortesia il link a Casalino, come feci con gli altri. Lui mi rispose con uno smile che faceva l’occhiolino.”

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A Repubblica, il giornalista di Mediaset ha dichiarato di aver invitato Casalino “come esercitazione per i ragazzi. Non si trattava di recitazione, raccontava sé stesso agli studenti. […] Era in un momento nel quale cercava di uscire dal dimenticatoio e dopo quella esperienza cominciò una nuova carriera da giornalista.”

Quest'ultima, a mio avviso, è una versione molto più aderente alla realtà. Come ha scritto Arianna Ciccone di Valigia Blu, Casalino stava esponendo “la sua visione del mondo cinica, brutale, anche banale nel suo sforzo di sembrare diverso.” Era la classica esibizione di “anticonformismo”—l’intervista alle Iene contro i romeni che “puzzano” si inserisce nello stesso solco—di uno che si era costruito un personaggio mediatico da “provocatore che cerca di traumatizzare, irridere, sfottere il politicamente corretto.”

Poi, certo: chiedere le dimissioni per un video del 2004 non ha molto senso. Eppure, non si può nemmeno far finta di nulla, o parlare di “bufala” costruita ad arte per screditarle. Perché quelle cose, alla fine le ha dette sul serio e in maniera non ironica.

Casalino, insomma, non aveva né “recitato” né “simulato”; aveva semplicemente fatto il Casalino.

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