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No, nessuno ha inventato il Tinder delle risse. Per ora

Tutti i giornali vi hanno convinto dell'esistenza di un "Tinder dei cazzotti." C'è solo un piccolo problema: non esiste. Ecco come una compagnia di creativi ha trollato mezzo mondo per farsi pubblicità.

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Quando qualche ora fa ha iniziato a circolare la notizia del lancio di Rumblr, un'app che avrebbe permesso agli utenti di organizzare risse con sconosciuti, si sono sprecati i parallelismi: il Tinder dei cazzotti, il Fight Club del 2015, Uber se a chiamarlo fosse un tassista—e così via.

Il sito ufficiale di Rumblr, con tanto di countdown per il lancio in Beta, presentava così l'app: "Non devi per forza fare a botte per usare Rumblr. Con Rumblr Explore, chiunque può sfogliare gli incontri presenti sulla mappa, sceglierne uno nelle vicinanze e andare a vederlo—tutto gratis."

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Subito dopo l'annuncio diverse testate hanno riportato la notizia in un misto di divertimento e scandalo, e il New York Daily News ha persino intervistato i presunti creatori, che si sono detti serissimi e hanno accennato all'esistenza di fondi raccolti da una serie di investitori privati americani.

Ovviamente non sono mancati quanti hanno sollevato dei dubbi, e alla fine sono stati questi ultimi ad avere la meglio: infatti stanotte, all'ora del lancio previsto, sul sito è comparso un redirect a una pagina in cui i creatori (tra cui lo sviluppatore Jack Kim e il marketing executive Matt Henderson) si presentavano al pubblico.

"Siamo un gruppo di college dropout con esperienza in marketing, design e informatica. Rumblr è nata come un'idea divertente tra amici, ma si è subito rivelata un'opportunità per dare prova delle nostre abilità nel branding."

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Ovvero, in pratica, non esiste nessuna app di nome Rumblr (per ora), ma solo un'agenzia creativa, la von Hughes, che ha creato questa palla con strategie di guerrilla marketing per farsi pubblicità e convincere migliaia di persone a parlarne.

"Se proprio volete sfogare un po' di rabbia accumulata," conclude il messaggio, "provate a farlo combattendo contro problemi un po' più urgenti, come la violenza tra gang [o] gli abusi domestici […]."

Forse dopo tutto questo caos qualcuno lancerà davvero un'app del genere, ma nel frattempo potete rimettere nel cassetto tutte le battute sulla prima regola del fight club.