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Tecnologia

Come creare una GIF virale

Il futuro della comunicazione sono le GIF di 20 anni fa, ce lo ha spiegato il nostro social media specialist italiano di fiducia.

Per quanto tutte le app di messaggistica si stiano impegnando per rendere le emoji sempre più catchy-espressive-funzionali è ormai chiaro che sorrisi gialli, pollici alzati e melanzane non riusciranno mai a rendere grafema l'ineffabile profondità del pensiero umano. O almeno si spera. Le emoji sono ok se vuoi inviare un pollice alzato o se vuoi fare lo splendido nei gruppi di WhatsApp. Hanno anche una loro componente estetica ed espressiva, non neghiamolo, ma non hanno propriamente quel guizzo creativo che invece hanno le gif.

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Le gif, che insieme alle emoticon e ai meme costituiscono l'arte parietale dell'homo internauta, sono anni luce avanti. Galassie proprio. E questo perché oltre a riuscire a esprimere stati d'animo fanno spesso molto ridere e, soprattutto, ipnotizzano. La capacità di ipnosi, anzi, è la dimostrazione della loro più grande virtù: catturare l'attenzione e riuscire sorprendere.

L'utilizzo delle gif è in netta crescita—soprattutto da quando, un annetto fa, Facebook ha deciso di introdurle dopo anni di reticenze—e anche le iniziative artistiche in questo senso, testimone la mostra romana di gif STOP AND GO, si moltiplicano. Uno dei fattori del loro successo è sicuramente la capacità di unire la versatilità del video all'immediatezza del meme. Un altro, è che ormai la realizzazione di una Gif è alla portata di tutti, infine, l'atto condividerla è a prova di pollice opponibile.

via GIPHY

Ora, se è vero che i social network e i motori di ricerca sono i McDonald's del momento, deve essere altrettanto vero che, parimenti, le gif possono essere considerate i nuovi hamburger. Questo non tanto perché nutrono i nostri animi tristi facendoci sorridere, quanto perché la loro innata capacità di creare engagement può facilmente essere sfruttata a fini commerciali—Zuckerberg non fa MAI niente a caso.

Qualche tempo fa, abbiamo ricevuto la mail di Andrea Turel Caccese, un blogger e social media specialist che ci raccontava di un suo esperimento sociale di sei mesi con le gif virali. Lo abbiamo ricontattato per conoscere il risultato del suo lavoro e per capire se davvero le gif sono in grado di creare quell'engagement virtuale, sogno di ogni social media manager.

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Motherboard: Qual è stato il motivo che ti ha spinto a fare questo esperimento sociale? Come si è svolto?

Andrea Turel Caccese: Volevo sponsorizzare un brevetto inventato da mio padre, e l'esperimento sociale mi serviva per capire come muovermi e a quali risultati concreti mi avrebbe portato questo canale comunicativo. A dirla tutta, comunque, l'esperimento è partito facendo una gif parodistica con Hitler in Bastardi senza gloria. Ho cominciato aprendo un canale Giphy e facendo gif ironiche e parodistiche. Visto che ho sceneggiato strisce a fumetti per quattro anni, e che ho una certa esperienza sul funzionamento delle pagine fan di Facebook, sapevo che per far girare le mie gif senza buttare un patrimonio in inserzioni pubblicitarie avrei dovuto contattare delle pagine fan specializzate e chiedere di pubblicare con loro.

via GIPHY

Che pagine hai contattato?

Una di quelle che mi hanno aiutato in questa fase è stata sicuramente Gif Porn. Io creavo il contenuto inserendo il watermark della mia pagina e loro pubblicavano la gif. Nel giro di poco tempo ho visto pubblicate alcune delle mie gif dappertutto. Dopo questa fase, ho iniziato a propormi agli amici per poter fare gif sui contenuti delle loro pagine, da personaggi a fumetti come Sborrropippo, fino a gif per sintetizzare una serie TV in 10 secondi.

E il brevetto di tuo padre?

Solo alla fine, dopo aver iniziato a capire come funziona il tutto, mi sono dedicato al brevetto realizzando una gif che spiegasse in 10 secondi il funzionamento del suo giunto meccanico, Omni-Joint. L'ho mostrata a diverse pagine estere dedicate all'architettura e alle lavorazioni in legno—che sul facebook italiano sono pochissime in confronto a quelle su Magalli—e da poco abbiamo aperto uno shop online per il mercato americano e canadese.

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Quindi ce l'avete fatta.

Sì. Quello che ho capito è che con le gif non si guadagna come per le visualizzazioni di un video Youtube, ma se inserisci un tuo prodotto o una tua creazione e riesci ad inserire un tuo contatto, chi è interessato arriverà a te, perché se fatte bene una gif diventa facilmente virale.

Secondo te le GIF sono destinate a espandersi come veicolo espressivo?

Si sono già espanse. Basti pensare proprio a Giphy, un motore di ricerca che ad oggi è valutato circa 300 milioni di dollari per via dei vari partner che si sono affidati al sito per indicizzare i loro contenuti—Disney, McDonald, Nike e tutte le migliori serie TV hanno un loro canale Giphy. Il motore di ricerca sta sviluppando una serie di feature come l'implementazione nelle app di messaggistica. Per farti un esempio, su telegram posso decidere se inserire una classica emoji con lo smile o trovare una gif che esprime quello che voglio dire ai miei amici e colleghi scrivendo @gif smile, avendo così anche centinaia di alternative alla classica faccina gialla.

[Presto le GIF potranno essere inserite anche su WhatsApp]

Credi che le gif siano destinate a passare di moda o possono essere considerate una nuova 'forma d'arte'?

Le gif esistono da quando esiste il web, sono ritornate in voga negli ultimi tempi ma non passeranno mai del tutto di moda. Sono parte integrante della comunicazione sociale. Tutti gli artisti, dai fumettisti, ai grafici ai musicisti dovrebbero studiarsi le gif e trovare il modo di sfruttare questo mezzo comunicativo, anche per ribaltare l'annoso problema dei simpaticoni che contattano gli artisti dicendo "ti pago in visibilità". Se un artista realizza una buona gif per un cliente o un brand, è l'artista che sta dando visibilità al cliente e non il contrario.