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L'ennesimo 'dialogo' di Scalfari col Papa ha creato un caos internazionale

Nell'intervista, poi smentita dal Vaticano, Bergoglio avrebbe detto che l'inferno non esiste. E all'estero sono letteralmente impazziti.
Leonardo Bianchi
Rome, IT

È ormai qualche anno che seguo con interesse il format “Eugenio Scalfari ‘intervista’ il Papa, poi il Vaticano smentisce.” Tutto inizia nell’ottobre del 2013, quando su Repubblica esce un primo “colloquio” tra il fondatore del giornale e il pontefice. Il testo è parecchio forte—soprattutto nei punti in cui Bergoglio si scaglia contro la corte vaticana, definendola la “lebbra del papato,” e parla di “coscienza morale degli atei.”

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Circa un mese dopo, il Vaticano però rimuove “l’intervista” dal proprio sito e scoppia un discreto casino. Scalfari sostiene di non aver registrato il dialogo, né preso appunti; alcune delle frasi pubblicate, inoltre “erano prodotti della sua memoria” (cioè: probabilmente se le era inventate). Il giornalista si giustifica dicendo di lavorare così da circa 50 anni, dipingendosi come un Truman Capote italiano.

La cosa si ripete una seconda volta nel luglio 2014, e una terza proprio in questi giorni. Il 28 marzo 2018, infatti, esce un nuovo “dialogo a tutto campo” in cui Bergoglio si spinge addirittura a negare l’esistenza dell’inferno (“Non esiste un inferno, esiste la scomparsa delle anime peccatrici”).

C’è un piccolissimo problema: Bergoglio non avrebbe mai pronunciato quella frase. “Quanto riferito dall’autore nell’articolo odierno è frutto della sua ricostruzione, in cui non vengono citate le parole testuali pronunciate dal Papa,” si legge in una nota del Vaticano pubblicata il 29 marzo. “Nessun virgolettato del succitato articolo deve essere considerato quindi come una fedele trascrizione delle parole del Santo Padre.”

Tuttavia, quel lasso di tempo intercorso tra l’“intervista” e la smentita è bastato a innescare una reazione a catena. Dopotutto, è un po’ come se il Fondo Monetario Internazionale si mettesse a spingere per l’abolizione della proprietà privata. E in fondo, se il Papa sostiene una cosa del genere sull’inferno, i casi sono due: o sta intervenendo a gamba tesa in un dibattito teologico aperto; oppure sta proprio spazzando via secoli di dottrina e dogmi.

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Alcuni l’hanno letta proprio così: il giornalista cattolico Antonio Socci, per fare un esempio, gli ha dato dell’eretico e ne ha chiesto le dimissioni.

Ma è all’estero che è successo davvero di tutto. Se da un lato diverse testate (come il Washington Post, l’ Independent o Reuters) sono uscite nelle ultime ore con la smentita del Vaticano, molte altre non l’hanno fatto o hanno riportato solo la frase attribuita al Papa.

Il Times ci ha fatto sopra due articoli, intitolati “Pope Francis ‘abolishes hell’, saying souls of unrepentant sinners will simply disappear” e “Thank heavens: Pope puts Hell in doubt”; mentre Newsweek scrive che l’affermazione del pontefice potrebbe “cambiare per sempre la chiesa cattolica.”

Il sito Gay Star News si spinge addirittura a titolare che “Gays can't burn in hell: 'It doesn't exist,' Pope quoted as saying.”

Passando alla Russia, la clamorosa dichiarazione di Bergoglio viene rilanciata da Sputnik (che accompagna l’articolo con lo status “There is no hell other than that which you can create on earth”) e da RussiaToday—due organi di informazione fortemente legati al Cremlino.

La “notizia” arriva persino in Nigeria, dove il sito Gossip Mill annuncia la rivelazione: “Hell Fire Is Fake It Does Not Exist.”

A chiudere il cerchio di questa lista non esaustiva c’è il comico inglese Ricky Gervais, che sulla sua pagina Facebook ha rilanciato un articolo di Metro con l’espressione “good lad.”

Ora, non so bene quale sia la morale di quest'ultima “intervista” al Papa. Come ha detto una mia amica: “a mio zio Carletto, novantenne, hanno tolto la patente dopo che si è ribaltato in un fosso con una Panda rossa. Forse a Scalfari dovrebbero fare lo stesso, ma con il giornalismo.”

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