FYI.

This story is over 5 years old.

News

Abbiamo chiesto ai manifestanti di Hong Kong perché stanno protestando

"Anche se non ci ascolteranno abbiamo comunque bisogno di farci sentire: se le cose non cambieranno ora non vuol dire che non accadrà domani."

Foto via Flickr/Mario Madrona

Il primo ottobre in Cina è caduto il 65esimo anniversario della fondazione della Repubblica Popolare Cinese, ma a Hong Kong l’atmosfera era tutt’altro che festosa—lì, le proteste contro il controllo esercitato da Pechino sulle elezioni hanno portato migliaia di persone per le strade. Il punto nevralgico della protesta è situato davanti agli uffici governativi nel quartiere di Admiralty, ma i cortei si sono presto diffusi anche nelle aree circostanti come Wan Chai e Causeway Bay, spingendosi addirittura fino a Mong Kok.

Pubblicità

Ufficialmente, gli obiettivi dei manifestanti sono due: da una parte far sì che il governo centrale permetta a Hong Kong, e quindi ai suoi cittadini, di scegliere liberamente i candidati per cui votare, e dall’altra ottenere le dimissioni dell’attuale capo del governo di Hong Kong CY Leung—ritenuto da tutti un fantoccio nelle mani del governo centrale. Nonostante l'ultimatum del governo, moltissimi sono ancora in strada e chiedono l'apertura di indagini dopo le aggressioni ai manifestanti di venerdì e sabato.

Settimana scorsa siamo scesi anche noi in strada e abbiamo colto l’occasione per cercare di capire qual è la situazione dopo diversi giorni di protesta.

VICE: Da quanti giorni sei qui? 
Beryl (destra): Da venerdì scorso, e non ho mancato neanche una sera. Domenica notte ho dormito per strada, faceva caldissimo. La mattina sono tornata a casa a farmi una doccia.

Vedo che hai degli appunti. Sei una studentessa? 
Sì, studio all’università di Hong Kong. Settimana scorsa ho saltato tutte le lezioni, e questa settimana non ci sono andata né lunedì né giovedì. Avevo comunque avvertito i professori, così da avere dei compiti per non rimanere indietro. L’università si è anche attrezzata per registrare alcune delle lezioni. Quindi sono riuscita a recuperare.

Cosa pensano i tuoi genitori di quello che stai facendo?
Sono dalla mia parte, perché lottiamo da anni per la democrazia ma non siamo ancora riusciti a ottenerla.

Pubblicità

A cosa speri che portino queste proteste? 
Prima di tutto vogliamo che il NPCSC (il comitato del congresso nazionale del popolo) riapra alla riforma democratica del 2017. Il vero obiettivo della nostra protesta non è tanto far dimettere CY Leung, ma di avere elezioni democratiche nel 2017.

Credi che Pechino ascolterà le vostre richieste? 
Se lo sciopero durerà ancora a lungo, Pechino dovrà rispondere per forza.

Cosa intendi per "ancora a lungo"? 
Almeno altre due settimane, un mese.

Perché siete qui oggi?
Rusty: Volevamo vedere la gente che è scesa in strada e capire se sono davvero pacifici e se la situazione è tranquilla. Ora l’abbiamo visto e possiamo confermarlo. Siamo filippini, ma viviamo qui da 20 anni e ci sentiamo vicini alla gente di Hong Kong. Siamo stati qui anche ieri sera. 
Alma: I nostri figli sono nati a Hong Kong, per questo mi sento vicina a loro: perché qui potrebbero esserci anche i miei figli.

Che impressione vi ha fatto questa protesta? 
Alma: Una buonissima impressione e, anzi, siamo sorpresi perché i manifestanti sono ben organizzati e disciplinati. È molto diverso dall’immagine che sta facendo passare la polizia. 
Rusty: I ragazzi hanno una determinazione fortissima, si può toccare con mano. Si devono portare i compiti in strada, eppure sono ancora qui. Conoscono bene la situazione politica e sono sufficientemente istruiti da saper scegliere per se stessi, senza lasciarsi influenzare.

Pubblicità

Perché siete qui oggi? 
Ray (destra): Voglio lottare per la democrazia e per difendere il nostro diritto di scelta dei candidati.
Francis (sinistra): Esatto. Ormai siamo qui da tre giorni. Il primo giorno eravamo ad Admiralty, vicino agli edifici governativi, poi siamo andati a Wan Chai e oggi invece siamo qui.

Cosa vi ha sorpreso di più di queste proteste?
Francis: Il fatto che siano tutti così gentili e accoglienti. Continuano a chiederci se abbiamo bisogno di cibo o di acqua.
[Proprio in quel momento alcune persone arrivano a chiederci se vogliamo dell’acqua]
Ray: Dicono che a Hong Kong la gente è egoista, ma da oggi credo che si possa dire il contrario.

Volete che CY Leung si dimetta? 
Francis: Non necessariamente. Le dimissioni non cambierebbero di molto le cose. Io voglio lottare per riuscire a ottenere delle vere elezioni. 
Ray: Sono d’accordo. Chiunque finisse al suo posto [in queste condizioni] sarebbe comunque un fantoccio del governo. Quello che chiediamo è di poter scegliere liberamente i candidati.

Credete che tutto questo possa far cambiare idea a Pechino? 
Ray: Credo che non gliene importi molto, eppure noi sentiamo il bisogno di fargli sapere che vogliamo poter scegliere. 
Francis: Non gliene frega niente.

Da quanto tempo sei qui? 
Alim: È il mio primo giorno, ma solo perché sono stato malato, altrimenti sarei venuto prima.

Perché hai deciso di venire? 
Perché voglio dare il mio appoggio a questa gente. Sono un rifugiato, sono arrivato dal Bangladesh nel 1999. Io amo Hong Kong, non la lascerei per nessun altro posto al mondo. Il Bangladesh è messo molto peggio: non c’è libertà di parola. Qui invece c’è pace e c'è libertà di espressione, tutte cose che in Bangladesh sono impensabili.

Cosa credi che accadrà?
Credo che il governo cinese non cambierà la sua posizione. Vogliono che ci sia un solo partito.

Se pensi già che non cambierà nulla perché sei qui? 
Anche se non ci ascolteranno abbiamo comunque bisogno di farci sentire: se le cose non cambieranno ora non vuol dire che non accadrà domani. E se anche domani non cambieranno, allora succederà più avanti, ma prima o poi un cambiamento dovrà esserci.