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Musica

Fare musica con le urla di pazienti psichiatrici, vittime di stupro e bambini

I Gulaggh prendono le urla dei pazienti psichiatrici, donne vittime di stupro e bambini per rappresentare appieno il mondo di dolore, paura e sofferenza da cui questi cercano di evadere.

I Gulaggh non vogliono essere fotografati perché preferiscono l'anonimato. Al posto delle loro facce ci hanno offerto questo disegno che uno dei loro vocalist ha realizzato in uno stato psicotico poche ore prima di ammazzarsi.

La band Gulaggh un tempo si chiamava Stalaggh, e con quel nome hanno fatto uscire un EP e quattro album di… materia. È difficile denominare le cose che hanno prodotto come musica nel più tradizionale dei sensi, era roba che andava oltre ogni comune esperienza noise fino ad allora esperita. In buona sostanza erano urla di pazienti psichiatrici, vittime di stupro, ex prostitute e bambini con problemi.

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I Gulaggh/Stalaggh sono interessati solo alle profondità più oscure del male umano. Nella loro attuale formazione stanno preparando il secondo album di una trilogia che sperano risulti la manifestazione musicale definitiva di nichilismo e misantropia.

Non si sa molto sulla band, si sono formati da qualche parte in Olanda, ma non hanno voglia di dirci dove. La stessa line up è un mistero, girano voci che comprende luminari del black metal, ma nessuna di queste è comprovata. Una cosa è chiara però, prendono un sacco sul serio il loro anonimato.

NOISEY: Ehi voi Gulaggh. Sono molto affascinato dal fatto che usate dei pazienti psichiatrici come vocalist.
Li abbiamo usati in tutti i nostri dischi. Vogliamo che il dolore e la sofferenza nei vocal siano reali e non simulati. Uno dei nostri lavora in un istituto psichiatrico in Olanda, è per questo che abbiamo ottenuto i permessi per registrare. Tutti i pazienti che hanno lavorato con noi ci hanno dato il loro totale consenso. Non è un documento ufficiale quello che abbiamo fatto firmare loro, solo una dichiarazione in cui si dicono disposti a registrare con noi. Ci basta. Uno di loro soffre di schizofrenia e ha fatto il disegno nella cover di Pure Misanthropia. Alcuni dei pazienti hanno avuto il permesso di lasciare l'istituto per qualche giorno, altri vivono per conto proprio.

Alcuni sono molto più intelligenti delle persone normali. La mente dei pazzi è ben più interessante di quella dei sani. Vivere nella costante paura e dolore fa sì che l'anima si riempia di odio e disperazione, e che il regno delle tenebre e della morte appaia nella sua forma più pura sottoforma di immagini mentali. Per queste persone queste immagini sono vere. Possono trasferire il loro dolore nel suono per Stalaggh e noi, a nostra volta, possiamo diffonderlo attraverso la mente di molti altri, e provare a renderlo reale anche per loro.

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Anche così, come siete riusciti a persuadere l'istituto a farvi lavorare con i loro pazienti? Per loro magari avete violato qualche sorta di codice etico, o no? Non avete ricevuto nessuna obiezione dalle famiglie o dal personale?
Il membro del nostro gruppo che lavora nell'istituto conosce bene i pazienti ed è diventato amico di molti di loro. Diciamo sempre ai nostri vocalist che aderiscono alle nostre iniziative di cosa si occupano gli Stalaggh. Molti sono d'accordo con la nostra ideologia. La loro malattia li porta ad odiare gli esseri umani e la società, così spesso non è difficile convincerli a far parte dei nostri progetti.

Per persuadere l'istituto a lasciarci lavorare con i loro pazienti abbiamo venduto il tutto come un progetto di arte concettuale. È per questo che ci mettiamo sempre un sacco a fare un album, dobbiamo scrivere chilometri di presentazione di progetti che non esistono. A volte ci vuole anche più di un anno per ottenere il permesso di registrare le loro urla. Finiremmo nei casini se l'istituto scoprisse davvero per cosa usiamo le loro grida.

Questo è uno dei motivi per cui vogliamo rimanere anonimi. Adesso usiamo Luther Feuer (non è il suo vero nome, ma quello di un famoso compositore contemporaneo) per mandare lettere all'istituto in cui chiediamo di comporre pezzi di musica classica basato sulle urla dei pazienti, e, vista la sua fama, funziona. Per Vorkuta ha dovuto creare un finto pezzo fatto con le urla di bambini perché l'istituto voleva sentire il prodotto finale.

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Bambini?
I bambini hanno un modo molto affascinante di gridare, e non ne hanno paura. Quasi tutti gli adulti si vergognano. Loro invece danno tutto quello che hanno, e urlano pure più forte.

Deve essere stato difficile riuscire nell'impresa. Come avete fatto?
Ci è voluto un anno per avere il permesso di usare le urla di questi bambini. Abbiamo fatto scrivere a Luther Feuer una finta lettera di presentazione del progetto. È dovuto andare là più volte per spiegare perché voleva usare proprio i bambini. Ha detto loro che avrebbe voluto comporre un pezzo classico ispirato a quelle urla. Ci hanno dato solo un'ora per registrare, ma siamo molto soddisfatti dei risultati.

Com'è stato lavorare con loro? Eravate supervisionati dallo staff? Hanno mai interrotto i processi?
È stata un'esperienza davvero affascinante. C'erano circa trenta bambini in una stanza con tre supervisori. Dei nostri c'erano solo Luther Feuer e un altro membro a registrare. Abbiamo chiesto ai bambini di urlare più forte che potevano. Lo staff ci ha fatto interrompere le registrazioni quando hanno visto che alcuni di loro la prendevano troppo sul serio e cominciavano a piangere, ma a quel punto lì avevamo già sufficiente materiale. Siamo rimasti impressionati da una bambina che raschiava le unghie sul pavimento, fino a che queste non hanno preso a sanguinare. I suoi urli sono stati i più intensi in assoluto e sono parte essenziale di tutto Vorkuta.

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Avete anche registrato le grida di donne che sono state violentate o che hanno lavorato come prostitute.
Il gulag Vorkuta era molto popolato da donne e bambini, così è stato importante per noi coinvolgere entrambe le parti nella realizzazione dell'album. Gli urli di donne e bambini danno un'atmosfera completamente diversa. Le donne che usiamo sono "mentalmente danneggiate", vittime di stupro o ex-prostitute che hanno subito violenze. È stata davvero un'esperienza unica lavorare con loro, specie vedere le loro emozioni venire a galla mentre urlavano.

Avete avuto qualche minimo senso di colpa morale a utilizzare il lavoro di persone così vulnerabili?
No. Siamo soddisfatti di aver raggiunto i nostri obiettivi e per alcuni pazienti queste urla sono state una sorta di terapia. Molti di loro hanno detto che le registrazioni con noi sono stata la miglior terapia gli sia mai stata somministrata. Urlare faceva allontanare la paura, il dolore e la frustrazione che avevano dentro da sempre. Siamo stati accusati spesso di sfruttare questi pazienti, ma non ci interessa quello che pensano gli altri. Sappiamo bene cosa ha significato lavorare con loro e molti vorrebbero tornare a farlo.

Li avete conosciuti di persona? Vi siete fatti raccontare altre storie?
Sì, siamo rimasti in contatto con molti pazienti per diversi anni e la gran parte di loro ha lavorato a quasi tutti i nostri quattro progetti. In Projekt Nihil ne abbiamo coinvolto uno con un background molto interessante. Era psicopatico e ha ucciso sua madre a sedici anni con trenta coltellate. Ci ha messo anni a dirci perché l'aveva uccisa: è stato violentato da suo zio quando era molto piccolo e la cosa è andata avanti svariati anni. Sua madre sapeva tutto e non faceva niente per venire incontro al figlio. Lo lasciava addirittura a casa di suo zio da solo. Ha cominciato a odiare sua madre così tanto che una notte, a sedici anni, ha preso un coltello da cucina e l'ha accoltellata a morte mentre era a letto. Ha passato anni e anni in prigione e poi in un istituto per criminali. Alla fine del suo mandato gli è stato permesso di lasciare l'istituto per qualche giorno ogni mese. Ha registrato con noi. Qualche anno fa ha avuto un incidente in macchina ed è morto.

Avete mai trovato pericoloso lavorare con persone mentalmente instabili e con potenziali tendenze omicide?
Sì, per Projekt Terrror uno dei nostri membri è stato quasi strangolato a morte da uno dei pazienti. Se ascolti attentamente senti il suono del soffocamento.

Il vostro secondo capitolo della trilogia comprenderà urla di persone nate sorde. E stavo pensando, "Cosa verrà poi?"
Per il nostro secondo progetto Gulaggh, Kolyma, useremo strumentazione classica di nuovo, ma con un suono e un approccio completamente diverso rispetto a Vorkuta. Kolyma sarà molto più ampolloso per quanto riguarda i suoni. Vogliamo usare orchestre vere questa volta. Come vocalist vogliamo usare persone nate sorde. Le urla devono essere più animalesche possibile, perché non hanno mai sentito la loro voce. L'altro aspetto interessante è che non potranno sentirsi l'un l'altro, perciò l'effetto sarà molto più caotico.

Avevate detto che "dopo il progetto Gulaggh, avreste smesso di esistere.” Perché?
Abbiamo creato quello a cui puntavamo fin dall'inizio e la nostra missione è completa. Non ha senso continuare.