FYI.

This story is over 5 years old.

Stuff

Perché non esistono calciatori hipster?

I giocatori sono uomini giovani con un sacco di soldi e molto tempo libero a disposizione. Eppure la nazionale spagnola adora i Kasabian, Vertonghen legge Dan Brown e persino quelli veramente famosi si vestono come i PR di un nightclub.

VICE Italia ha già la sua rubrica sul calcio; questo post è stato pubblicato su VICE UK.

In generale, il mondo del calcio non è particolarmente "figo". Jose Mourinho potrà anche essere un personaggio, ma la sua canzone preferita è di Bryan Adams. Il Dortmund di Jurgen Klopp passerà anche come club "hipster", ma lui è un devoto cristiano e fan dell’heavy metal, e questo significa che avrà anche ascoltato un po’ di metal cristiano. E nessuno verrà mai conquistato da un revival dei POD, nemmeno a Dalston.

Pubblicità

Gli stessi "football hipster", con il loro amore per le formazioni non ortodosse, i playmaker di metà classifica della Bundesliga e le figurine vintage della Panini, potranno sembrare dei Ramones in un mondo dominato da grigi commentatori sportivi, ma se li prendete fuori dal campo sono solo degli sfigati con indosso una maglia da calcio.

Persino i giocatori, uomini giovani con un sacco di soldi e molto tempo libero a disposizione—due elementi che da tempo alimentano la cosiddetta "cultura hipster"—sono estremamente poco fighi. La nazionale spagnola adora i Kasabian, Vertonghen legge Dan Brown e persino quelli veramente famosi si vestono come i PR di un nightclub.

Alexander Buttner del Manchester United.

In questo pantano deprimente, tra soft rock, jeans slavati e letteratura da aeroporti, c’è un giocatore che non ha paura a fare un passo oltre la ‘tradizione’. Un uomo il cui status di miglior giocatore inglese si unisce alla comprensione dello zeitgeist culturale: Daniel Sturridge.

Goddess…. @hernameisbanks pic.twitter.com/XvQ0c22NGc

— Daniel Sturridge (@D_Sturridge) March 31, 2014

È da un po' che seguo le trasformazioni di Sturridge, da instabile giocatore del Chelsea al Kanye West del Northwest. Ma quando ha twittato una sua foto insieme a Banks—che sembra The Weeknd e ha lavorato con Lil Silva e TEED—l'eterogeneo mondo dei London music-biz e quello dei calciatori si sono fusi in un’accoppiata quantomai bizzarra.

Pubblicità

Girare con le star del Pitchfork Festival è solo la punta dell'iceberg, però. Sturridge ha anche mostrato interesse per gli outfit appariscenti alla Kanye, le foto di cibo e le ragazze più avvezze alla copertina di Vogue che a quella dei giornali scandalistici. Welbeck avrà anche un taglio degno di Dalston, ma Sturridge sa come "si vive". E lo sa così bene che sembra essersi procurato pure un protegé, il giovane Jordan Ibe del Liverpool. Anche quest'ultimo infatti ha accolto a braccia aperte lo stile di Sturridge, seppure in versione più controllata, un po' alla Wahrol e Basquiat ma con più FIFA e meno eroina.

Non sto dicendo che a breve si trasferirà a Berlino, ma tra questo e Phil Jones con il tracagnotto degli Swedish House Mafia c’è una bella differenza.

Sturridge + Hood By Air.

Perché allora Sturridge è una eccezione? Perché questi ragazzi, che hanno passato così tanto tempo in TV e nelle discoteche, sembrano vivere in un perenne centro commerciale? In altre parole, l'assenza di una sottocultura o di una rappresentazione di "stile" in questo ambito non mi torna: non devi nemmeno essere convinto che Sturridge sia figo o pensare che Rio Ferdinand sia un cazzone per capire che la cultura giovanile, la cultura cool—o in qualsiasi modo vogliate chiamarla—e il calcio non si sono propriamente incontrati da quando George Best usciva con Mick Jagger.

I New Order hanno fatto una canzone per i mondiali. Idem Damien Hirst. E quindi? A Gaizka Mendieta piacevano i Velvet Underground, a Pat Nevin i Cocteau Twins, ma in ogni caso, basta ascoltare l'orripilante pezzo di Gary Barlow per l’Inghilterra per capire che nel calcio manca qualcosa.

Pubblicità

Forse, in parte, dipende dal fatto che i calciatori non hanno la possibilità di sviluppare la propria personalità e capire chi sono come accade a tutti gli altri. In un certo senso, vengano sradicati dalla società in giovane età. Vengono trascinati in una vita semi-monastica fatta di allenamenti, dedizione e astinenza, mentre tutti gli altri rimangono in quel mondo reale in cui si commettono errori che modellano indirettamente l'identità, e vivono ogni giorno situazioni che cambiano il modo di pensare.

I calciatori non possono permetterselo. Gli errori non fanno parte della crescita, se vuoi diventare un professionista. E non è facile “trovare se stessi”, quando hai il fiato di un’intera famiglia sul collo, che prega affinché il contratto con l'Aston Villa vada a buon fine e si possa finalmente ristrutturare casa.

Sì, possono andare ai nightclub, e ci vanno, ma ho buone ragioni per credere che bevano e si droghino meno rispetto alla media. In pratica, i nightclub dove vanno esistono solo per dare libero sfogo a una delle poche soddisfazioni di cui possono godere: il sesso. Di conseguenza, impiegano il loro tempo a cercare carne fresca, in situazioni in cui scopare è sempre più importante della musica, della “scena” o di quei sentimenti di appartenenza che tutti cercano nei momenti di socializzazione.

David Luiz

Osservandoli meglio, però, si scova anche un altro lato. Basta guardare alle attività social di David Luiz per constatare che tutti i calciatori sono essenzialmente dei bambini. Giovani uomini che hanno investito il loro tempo a perfezionare il fisico, senza però sviluppare la propria personalità. Non sono stupidi, come piace ripetere a molti, sono semplicemente dei bambini milionari e muscolosi che, a causa della loro totale mancanza di esperienze emotive o culturali, finiscono a mettere foto con espressioni bizzarre, a scambiarsi le ragazze e a fare comparsate.

Pubblicità

Joey Barton ha avuto i suoi problemi con la fase "Smiths e Chomsky", deriso da tutti quelli che erano già passati a Heidegger e Sun Kil Moon, ma è proprio questo il punto: Barton stava semplicemente attraversando un'adolescenza negatagli dalle pressioni e gli obblighi della vita di un calciatore. Ha semplicemente affrontato una fase che abbiamo affrontato tutti, ma in un periodo diverso della nostra vita—un’adolescenza arrivata in ritardo, quando aveva già dei figli e guadagnava decine di migliaia di sterline a settimana.

Il titolo del video dice tutto.

In teoria i calciatori hanno tempo libero a sufficienza per fare queste esperienze, e ci sono casi di persone che sono riuscite a superare l'impasse laureandosi, scoprendo il buon gusto o trovandosi una ragazza fissa. Il lato oscuro, però, è sempre lo stesso: gli incubi del dopo carriera di depressione, di debiti, di incapacità di reinventarsi. Perché per ogni Michael Owen che continua a fare soldi c'è anche un Michael Johnson senza soldi, dimenticato, e senza la possibilità di riscattare la sua adolescenza.

Tornando a Sturridge, trovo che il suo atteggiamento sia una cosa positiva. Che lo troviate "figo" o meno, o che lo consideriate semplicemente qualcuno che si aggrappa alla moda del momento attraverso qualche postata su Instagram, importa ben poco. Ciò che importa è che è uno dei pochi ad avere interessi e esistenze al di fuori della bolla.

Nell'epoca delle campagne pubblicitarie che ruotano intorno all'idea rivoluzionaria di un Gareth Bale che indossa una polo, uno come Sturridge, con le sue pose da "Fashion Killa", porta un po' di luce in questo grigiume.

Segui Clive su Twitter: @thugclive