Cultura

Quanto è realistico il personaggio della principessa Diana in ‘The Crown’?

Diana veniva davvero trattata così male dalla famiglia reale? Soffriva dei disturbi di cui si parla nella serie The Crown? Era così ingenua come viene descritta?
JG
London, GB
diana the crown
A sinistra: Des Willie / ©Netflix / Courtesy, Everett Collection. Sulla destra: REUTERS / Dylan Martinez DM / CMC / PN.

Il personaggio della principessa Diana è senza alcun dubbio il migliore della quarta stagione di The Crown—soprattutto per come Emma Corrin ne restituisce l’energia, la fragilità e il fascino.

Ma quanto è accurata la serie sui fatti storici che riguardano la principessa? Vediamoli punto per punto.

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Il principe Carlo usciva davvero con la sorella maggiore di Diana?

Intanto complimenti a The Crown per aver scelto di rappresentare il primo incontro tra Carlo e Diana (in cui lei è una sedicenne travestita da ninfa dei boschi e lui un uomo adulto fatto e finito) in modo inquietante, anziché in versione commedia romantica. E sì, Carlo usciva davvero con la sorella maggiore di Diana all’epoca.

Stando a No Such Thing As Society di Andy McSmith, la sorella di Diana “ha rovinato il suo momento di gloria da ragazza di Carlo vomitando la storia della sua vita a James Whitaker [un corrispondente a palazzo] e un altro giornalista da rivista scandalistica.”

Ma visto com’è finito il matrimonio di Diana, questa può considerarsi un’uscita di scena fortunata.

È vero che in un’intervista in cui gli chiedevano se fosse innamorato della sua fidanzata, Carlo ha risposto “Qualsiasi cosa ‘innamorato’ significhi”?

Sì. Comportamento bislacco. In The Crown, Diana è sconvolta dalla cosa, e ne discute con le amiche poco dopo. Ma Carlo ha usato le stesse identiche parole quando le ha fatto la proposta. Il che avrebbe dovuto far scattare un mezzo allarme, magari.

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Il matrimonio tra Carlo e Diana è stato davvero un evento tanto importante?

Sì. Poiché avveniva in un periodo di instabilità politica, il matrimonio reale era considerato un’opportunità per unire la nazione e, grosso modo, ha funzionato. Sono stati venduti souvenir per un valore di 400 milioni di sterline, 750 milioni di persone in tutto il mondo hanno guardato la cerimonia in diretta tv e un milione di persone si è radunato per le strade di Londra il 29 luglio 1981 per poter intravedere la carrozza reale.

Diana è diventata presto un’icona di bellezza internazionale. Al punto che la star americana del metal Ted Nugent ha dichiarato, durante un concerto nel 1984, “trascinerei il mio cazzo attraverso chilometri di vetri rotti solo per potermi fare una sega all’ombra di quella donna.”

Il presidente degli USA, però, non condivideva questa fascinazione. Quando la coppia reale ha fatto visita alla Casa Bianca per la prima volta, stando a No Such Thing As Society di McSmith, Ronald Reagan ha per sbaglio fatto un brindisi al “Principe Carlo e la Principessa Andrea.”

Juan Carlos, allora Re di Spagna, era furioso che il viaggio di nozze della coppia comprendesse una tappa a Gibilterra, territorio oggetto di disputa, e ha rifiutato l’invito alle nozze. Così come ha fatto il reverendo Ian Paisley, sostenendo che sarebbe stato troppo sfarzoso: “Sono un uomo semplice e non amo particolarmente lo sfarzo e le cerimonie,” ha detto all’epoca.

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Davvero la famiglia reale trattava malissimo Diana?

Quando si tratta di ritrarre la Regina, The Crown dà un colpo al cerchio e uno alla botte. Se si sta scontrando con Thatcher, la Regina è la “buona”, una persona dotata di empatia che difende il welfare e ha a cuore i deboli e gli sfortunati. Ma quando interagisce con Diana è fredda, al punto da risultare crudele. Sì, le persone possono avere personalità sfaccettate, ma magari non a questi estremi?

Ebbene, sembra invece che Diana fosse trattata con freddezza dai reali esattamente come racconta The Crown. Stando a No Such Thing As Society, “A mancarle non era un consiglio professionale, ma un sostegno emotivo. A 19 anni è stata portata via dal mondo che conosceva e abbandonata nei corridoi di Buckingham Palace, dove il contatto emotivo era sconosciuto a chiunque.”

Questa è di certo la narrazione che Diana stessa faceva di sé. Una volta ha dichiarato, “Non potevo credere quando freddi fossero tutti. Mi veniva detta una cosa, e la verità era tutt’altra. Quante bugie e inganni.”

Diana soffriva davvero di tutti i problemi che ‘The Crown’ racconta?

Sì e anzi, forse anche di più. The Crown descrive la battaglia di Diana con la bulimia in dettaglio, ma quello era solo la punta dell’iceberg. Quando era incinta di William, si è lanciata giù per una rampa di scale, dicendo poi di averlo fatto perché si sentiva trascurata e il gesto era un tentativo di avere attenzioni da suo marito.

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“Avevo detto a Carlo che ero così disperata da piangere fino a consumarmi gli occhi,” ha detto al suo biografo Andrew Morton. “Lui diceva che giocavo ‘al lupo al lupo’. ‘Non ti ascolterò,’ diceva. ‘Fai sempre così. Ora vado a cavallo.’”

Oltre alla bulimia, Diana soffriva anche di depressione post-partum e autolesionismo.

Diana era davvero ‘stupida’ come ‘The Crown’ la dipinge?

The Crown evidenzia un divario in fatto di interessi culturali come una delle radici principali delle tensioni nel matrimonio reale. In una scena mortificante, Diana sabota inconsapevolmente una serata all’opera tenuta in onore del principe Carlo, andando sul palco e sorprendendolo con un balletto al ritmo di “Uptown Girl” (cosa successa davvero). Quando Diana gli dona, per il suo compleanno, un video in cui lei canta un brano del Fantasma dell’Opera, non va certo meglio. Ma questa dinamica è accurata?

Stando ad alcune fonti, più o meno. Diana una volta si è detta “dura come un muro,” quindi chiaramente non aveva grandi pretese di passare per intellettuale. Ha lasciato la scuola prima di finirla e, prima di sposarsi con Carlo, ha lavorato come donna delle pulizie e inserviente all’asilo (The Crown cerca di descrivere Lady Diana un po’ come un’eroina della classe proletaria, nonostante fosse in realtà nata comunque in seno alla nobiltà inglese).

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Stando al giornalista e storico Paul Johnson, “Pensava di non sapere nulla e di essere molto stupida… ha reso impossibile criticarla, perché diceva sempre, ‘sono cocciuta e ignorante.’” Eppure, a prescindere da cosa pensasse di se stessa, l’empatia che chiaramente possedeva è un’acuta forma di intelligenza. Era anche molto più brava nel relazionarsi con i media di chiunque altro nella famiglia reale, il che suggerisce se non altro un certo livello di astuzia.

L’impegno di Diana durante la crisi dell’AIDS è stato davvero così importante?

L’impegno di Diana durante lo scoppio della crisi dell’AIDS è una delle ragioni principali per cui resta una figura molto amata dalla comunità LGBTQ (l’altra ragione è perché era tanto bella quanto infelice, una combinazione potente per molti uomini gay). In un momento storico in cui la discriminazione verso le persone con l’AIDS era estrema, gli interventi compiuti da Diana hanno fatto davvero la differenza.

Come scrive lo storico Alwyn Turner in Rejoice! Rejoice!, un libro sull’Inghilterra degli anni Ottanta: “Il suo coinvolgimento nelle organizzazioni di beneficenza e aiuto per i malati di AIDS ha contribuito come niente altro a cambiare l’opinione pubblica sulla malattia, così come il fatto che i suoi incontri con i pazienti fossero trasmessi in televisione ha contribuito a smantellare il falso mito per cui un contatto sociale semplice potesse bastare a diffondere il contagio del virus.”