Le terribili conseguenze della tua dipendenza da internet
Illustrazioni di Katie Horwich.

FYI.

This story is over 5 years old.

Attualità

Le terribili conseguenze della tua dipendenza da internet

Ho incontrato Nicholas Carr, autore di The Glass Cage, per parlare di come siamo diventati dipendenti dalla tecnologia e come dovremmo comportarci prima di perdere la capacità di fare qualsiasi cosa.

Ammettilo, sei del tutto dipendente.

Non passa un minuto senza che guardi WhatsApp, il profilo Facebook dell'amica di un tuo amico che ti piace o che controlli chi ha aggiunto ai preferiti il tuo tweet sul cane che hai visto stamattina mentre andavi al lavoro. La cosa peggiore è che non capisci proprio come sei arrivato a questo punto. Un giorno sei lì che guardi la videocassetta di Jurassic Park con la vecchia TV nel salotto dei tuoi genitori, e quello dopo ti fai le seghe davanti a degli sconosciuti in webcam per pagarti il traffico dati.

Pubblicità

Viviamo in mondo dove non c'è più bisogno di pensare. Per conoscere opinioni, fatti e luoghi basta cercare su internet. È una realtà distopica dove è più probabile imbattersi in qualcosa di completamente insensato e stupido come questo piuttosto che parlare al telefono con una persona in carne e ossa. Tutto quello che facciamo online e offline viene registrato, trasmesso e studiato per gli interessi delle grandi insaziabili multinazionali che mirano a trasformarti in una batteria per il loro gigantesco vibratore.

Il libro The Glass Cage scritto da Nicholas Carr ("uno dei più acuti e attenti pensatori del nostro tempo," secondo Jonathan Safran Foer) tratta proprio di questo. Analizzando il nostro sempre crescente bisogno di tecnologia automatizzata (il fatto che chiediamo a Google ogni cosa, che usiamo il GPS per trovare casa nostra), il libro propone alcune preoccupanti riflessioni sulle ripercussioni di questo processo—per esempio che l'umanità perda la capacità di pilotare un aereo. O ancora un futuro dove tutti possiedono una macchina che cucina perfettamente la pasta al ragù ma nessuno si ricorda più come si cucina veramente (questa me la sono inventata io).

Ho incontrato Carr per parlare di come siamo diventati così dipendenti dalla tecnologia e cosa possiamo fare prima che sia troppo tardi.

VICE: Internet è intrinsecamente cattivo?
Nicholas Carr: Fomenta più di ogni altra cosa atteggiamenti di convenienza e opportunismo, ma non è cattivo.

Pubblicità

Che cosa ci sta facendo?
Io credo che ci stia facendo diventare via via più impazienti. Siamo diventati più bravi a raccogliere informazioni, ma sempre meno capaci di proteggerci dalle distrazioni.

Il modo con cui usiamo i computer condiziona il modo in cui pensiamo?
Se utilizzi e interagisci con i computer continuamente, il tuo cervello ottimizzerà la capacità di leggere e raccogliere informazioni e stimoli attraverso il computer. Inoltre comincerà a perdere o dimenticare alcune piccole funzioni che normalmente utilizziamo per rapportarci alla realtà.

Ti senti condizionato dalla tecnologia?
Alla base del mio libro c'è la constatazione che in pochissimo tempo siamo diventati dipendenti dai computer per fare più o meno tutto ciò che abbiamo sempre fatto personalmente. I computer fanno parte della nostra vita come non è mai successo per nessun'altra tecnologia.

Secondo te esiste una linea di demarcazione tra realtà fisica e realtà virtuale?
Hanno fatto un interessante esperimento sui topi a questo proposito.

Che esperimento?
Gli scienziati hanno monitorato l'attività celebrale di alcuni topi mentre si fanno strada in un labirinto reale, e poi in un labirinto simulato al computer. Hanno scoperto che una parte minore del loro cervello si attivava per uscire dal labirinto simulato.

Cosa ne pensi delle app come Freedom e Moment, progettate principalmente per non farti utilizzare il computer o il telefono per un po'?
In un certo senso sono dei software studiati per risolvere un problema creato da altri software. La nostra forza di volontà non è sufficiente per farlo.

Pubblicità

Siamo tutti un po' degli idioti, insomma.
D'altra parte reputo questi tentativi confortanti, perché dimostrano che ci sono persone che non sono disposte ad accettare tutto, e pensano, "Stanno proprio passando il limite…"

Non è nella natura umana inventare nuovi strumenti per semplificarci la vita? Nel profondo non siamo tutti il tizio grasso seduto su quel divano infestato di pulci che è la vita?
C'è un'interessante teoria sul tema, si chiama paradosso del lavoro.

Cioè?
Nel nostro subconscio pensiamo che saremmo più felici se non avessimo niente da fare, e questo si traduce in un impulso a fare meno del dovuto. Ma in realtà ci fa sentire uno schifo. Siamo convinti che non aver niente da fare sia la chiave della felicità, e invece siamo più soddisfatti quando lavoriamo.

Oh.
Gli aerei sono un buon esempio. L'automazione potrebbe portare a un'erosione delle nostre capacità. Quando c'è un incidente aereo spesso diciamo che la causa è stata un errore umano, ma in realtà è un errore umano risultato della nostra eccessiva dipendenza dalla tecnologia.

Giusto. Ma avere la possibilità di comprimere informazioni e veicolarle sui nostri social media, indirizzandole a persone che la pensano al nostro stesso modo, in tutto il mondo, non credi sia fantastico?
Per me i social media non sono per niente un problema—il problema è che ci affidiamo sempre di più a internet per fare ricerche, che la nostra conoscenza deriva sempre di più dalla tecnologia. Inoltre il nostro modo attuale di pensare, in alcuni casi, rispecchia il modo in cui operano i computer, ossia una semplice e opportunistica raccolta di informazioni.

Pubblicità

Quindi stiamo tutti diventando computer.
No, moltissime persone su questo pianeta sarebbero dei pessimi computer, per fortuna. Ciò che temo è che invece di mantenere un equilibrio, il nostro approccio sia sempre più del tipo, "Lasciamo che lo faccia il computer."

Siamo nell'era in cui da un momento all'altro Google potrebbe annunciare che una nuova, onnisciente Intelligenza Artificiale è in corso di progettazione. Dovremmo preoccuparci?
Rimane un problema: gli algoritmi a cui ci affidiamo sono invisibili ai nostri occhi. Google è veloce e questo ci basta. Diamo per scontato il modo in cui manipola le nostre informazioni.

Di solito partiamo dal presupposto che usiamo queste tecnologie perché sono le migliori in circolazione. Ma non è vero. Ci sono moltissimi altri interessi—economici, sociali e militari—che dettano cosa dobbiamo utilizzare.

In principio la tecnologia dell'automazione ci aveva messo davanti a due alternative: la prima consisteva nel creare un software e imporlo dall'alto ai lavoratori; nella seconda si riconoscevano le capacità del lavoratore e gli si permetteva di effettuare la programmazione. Indovinate quale abbiamo scelto.

Secondo te il nostro atteggiamento è troppo superficiale nei confronti degli interessi di una compagnia come Google?
Gran parte delle motivazioni di queste compagnie sono di tipo economico, ed è nel loro interesse tenerci distratti, incollati allo schermo del computer, o bombardarci di annunci. Più pagine web visiti, più ne trae giovamento il loro sistema economico, perché raccolgono informazioni su di te e ti bombardano con più annunci.

Pubblicità

Ma se il loro fine ultimo è quello di creare un'Intelligenza Artificiale (AI), e per finanziare questo obiettivo hanno creato un sistema che ci tiene costantemente distratti e gratificati registrando ogni nostra attività, quello che hanno fatto in realtà è creare un'idea di uomo che è parzialmente sbagliata, giusto?
Dunque, adesso stai parlando di una cosa che ha tutta l'aria di essere sensata ma va oltre il mio campo di riflessione. Il campo di conoscenza di questa AI sarebbe molto ristretto, perché rispecchierebbe solo gli interessi economici dei creatori della compagnia, e il modo in cui noi ci comportiamo online.

Quindi, quello che stiamo per creare è un sistema che soddisferà costantemente i nostri bisogni più bassi—porno, pizza, cultura pop… Quanto è alta la probabilità che Google conosca le mie preferenze in fatto di porno?
Atrocemente alta.

Il futuro dovrebbe spaventarci?
Credo che dovrebbe preoccuparci. Ci stiamo passivamente consegnando nelle mani di coloro che governano il sistema. Dobbiamo pensare in modo più critico, pur essendo comunque capaci di entusiasmarci per le nuove grandi invenzioni. Non sono un retrogrado. Non dico che dovremmo gettare via i computer e scappare nei boschi.

In sostanza stiamo vivendo la pulsione di morte freudiana, facendo di tutto per trasformare noi stessi in una massa inorganica.
Anche prima di Freud, Marx aveva osservato che sotto al desiderio di tecnologia sembrava esserci la volontà di creare tecnologia animata ed esseri umani inanimati. Se si guardano le prime radio, erano strumenti contemporaneamente di ricezione e trasmissione, ma in breve tempo le persone hanno smesso di partecipare alla trasmissione e si sono limitate ad ascoltare.

Pubblicità

Siamo destinati a creare tecnologie che un giorno ci distruggeranno?
Mi oppongo a questa idea. TheGlass Cage finisce con una riflessione sulle tecnologie che aumentano la nostra capacità di relazionarci col mondo. Come il telescopio, o la falce. Non riusciremmo a mietere il grano senza una falce. È uno strumento fantastico. Ma poi abbiamo inventato l'orologio…

Per favore non dire che l'orologio è un'invenzione maligna.
È un'arma a doppio taglio. Sottolineo sempre con cautela i suoi aspetti negativi perché temo di passare per quello che è "contro gli orologi".

Prometto che non succederà.
Bene. Gli orologi hanno trasformato il tempo, suddividendo il suo flusso in unità misurabili, il che era assolutamente necessario nell'ottica dell'industrializzazione. Ma una volta abituati al suo funzionamento, si è persa la sensazione di essere parte del corso naturale del tempo. Siamo entrati nella routine: ci alziamo all'ora X, andiamo al lavoro all'ora Y, andiamo a dormire all'ora Z.

Di recente ci sono state delle buone invenzioni?
Ehm.

Proprio nulla?
La scala? È molto utile.

Non voglio dire che le scale siano inutili, ma di sicuro non sono moderne. Cosa mi dici dei trampoli a molla?
Certo, importanti quanto il telescopio. Ma se una persona li usa tutto il giorno, potrebbero anche avere conseguenze negative. La console di un DJ è uno strumento positivo, produce arte. Anche la tecnologia di registrazione digitale.

Stiamo per tornare alla quieta meditazione?
Lo spero.

Segui David su Twitter: @MrDavidWhelan