Un piattino con un pò ricotta, una spolverata di zucchero e uno schizzo di un liquore al caffè. Da bambino capitava che nonna mi preparasse questa specie di dolce dopo pranzo e io, presa la mia forchettina e un fazzoletto di carta, correvo in sala a mangiarmelo davanti a Lupin. Questo è il primo ricordo che ho se penso al Caffè Borghetti: nonna Antonietta, io seduto su un vecchio divano verde di velluto e l’ispettore Zenigata sempre arrabbiato."In Gran Bretagna bevono la birra allo stadio? Ecco, da noi si beve un liquore al caffè da 25° in una confezione 'da stadio', un barattolino di plastica da 30ml col tappo rosso"
Tuttavia in regione la tradizione di bere caffè corretti o comunque resi alcolici nei modi più vari è ben più antica e di certo non nasce da un’idea originale del signor Ugo. Sono secoli che chi lavora in mare si scalda con caffè appesantiti da miscele di rum e anice in quantità variabile, aromatizzati da una scorzetta di limone e zuccherati in maniera prepotente, ne sono testimoni ancora in vita: la moretta (Fano), il turchetto (Senigallia-Ancona) e il caffè del marinaio (San Benedetto del Tronto). In sostanza, se dovessi domandarmi dove sia nato questo gusto condiviso, gusto che poi ha indirizzato in un certo modo la produzione industriale, l’unica risposta a mio parere sensata da dare è: in tutte le osterie davanti a tutti i porti di tutta la costa marchigiana, e magari anche a bordo delle barche.Sono secoli che chi lavora in mare si scalda con caffè appesantiti da miscele di rum e anice in quantità variabile, aromatizzati da una scorzetta di limone e zuccherati in maniera prepotente.
Fin qui nulla di strano direte voi: un vecchio prodotto locale amato, per l’appunto, dai locali. Ah! Qui vi volevo. Questo è solo un lato del Borghetti. Il lato più nascosto - che poi tanto nascosto non è - corre lungo tutto il paese tra fumogeni e gente che senza maglia in pieno inverno urla fino a perdere la voce. Il Borghetti è la bevanda ufficiale di tutti gli stadi d’Italia e in tutte le curve (ma anche nelle tribune) se ne consumano migliaia di litri ogni domenica. In Gran Bretagna bevono la birra allo stadio? Ecco, da noi si beve un liquore al caffè da 25° in una confezione “da stadio”, un barattolino di plastica da 30ml col tappo rosso. Insomma, il Borghetti è bifronte, tanto nei bar dove si gioca a carte e nelle dispense delle nonne, che sui caschi della celere al San Paolo durante una carica. A volersi prendere qualche licenza, sembrerebbe un dualismo ai limiti del divino."Le partite iniziavano alle 14.30, toccava magnà de fuga e correre subito allo stadio, mi pare normale che se portavamo il borghetti da casa all’inizio, ringrazia che non ce portavamo pure verdicchio e stoccafisso"
Eros continua: "Comunque i Borghettini li vendevano quasi sempre anche allo stadio, nel Sud è molto diffuso, in Puglia, Calabria e Campania si trova praticamente ovunque, dagli stadi delle città più grandi - Bari, Foggia, Cosenza, Napoli - a quelli delle città più piccole. Tutto il centro Italia è ben coperto e a Roma è decisamente diventato un pilastro del tifo. L’unica zona d’Italia dove non l’ho mai visto diffondersi in modo capillare è il Nord Est; là avevano i loro riti, tra primo e secondo tempo il tifo organizzato del posto offriva agli ospiti il vin brulè in inverno, che roba bella, era un po’ come il terzo tempo del rugby… però quando iniziava la ripresa finiva che eravamo tutti mezzi nbriaghi…”. Prima di salutarci mi dà un numero di telefono: “Chiama questo numero, è di Roberto Cipriani, è un consigliere dei C.U.B.A., è più grande di me e pure lui va allo stadio da più di sessant’anni, chiedigli della finale di playoff contro l’Ascoli del duemila, la racconta sempre quella storia…”.Gli autobus delle trasferte iniziavano a sapere di caffè appena partiti, i cori gli striscioni erano dedicati al Caffè Sport
Varnelli nasce nel 1868 e Borghetti nel 1860, ma prima ancora ad Ancona era un altro a produrre un liquore al caffè: Manfrini, che proprio come il suo concorrente era titolare di un bar da cui è nata una distilleria. Il bar esiste ancora, è il Caffè Centrale a Torrette di Ancona, e Roberto Manfrini, l’ultimo discendente di questa famiglia di baristi, è ancora dietro al bancone del suo bar, a servire chi entra nel locale."Ugo Borghetti aveva collaborato con noi prima della nascita del suo prodotto e ci fu anche una causa legale sulla paternità del prodotto"