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Confessioni di un ex pickup artist

Nella maggior parte dei casi non diventerete una specie di James Bond, ma dei grotteschi robot sociali che farfugliano discorsi scritti da sociopatici borderline.

L'autore.

Un giorno del 2005, tra la pila di bollette, volantini e menù d'asporto scaricati davanti alla mia porta di casa, trovai anche un pacchetto. Lo aprii stracciandolo. Dentro c'era una copia di The Game di Neil Strauss, il libro che ripercorre la trasformazione dell'autore da sfigato a maestro della seduzione.

Strauss aveva iniziato la sua scalata entrando a far parte della sottocultura dei Pick Up Artist (PUA), ovvero quegli uomini che si reputano esperti di conquiste. Ero rapito. Se lui ci era riuscito, perché non io? Qualche mese più tardi, disgustato dalle tattiche manipolatrici del libro, lo buttai nella spazzatura. Se solo ci fosse rimasto.

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Un anno dopo, la mia vita sessuale era praticamente inesistente. Avevo 23 anni e la situazione era talmente disperata che decisi di riavvicinarmi alla cultura PUA. Mi ero iscritto a un corso di un fine settimana di PUA Training, una scuola londinese gestita da Richard La Ruina.

Il corso si teneva presso il Tiger Tiger nightclub appena fuori Piccadilly Circus e iniziava il sabato mattina. C'erano 12 persone, me compreso—professionisti e ragazzi qualunque. Gambler languiva su un divano accanto a una splendida bionda. Non ci salutò—un atteggiamento che, come capii dopo, era un modo per indurci a cercare la sua approvazione—e lasciò la maggior parte della formazione in mano ai suoi assistenti.

Il primo esercizio si chiamava "crea una rottura". Il nostro istruttore ci spiegò che le ragazze attraenti erano raramente sole, quindi una competenza chiave da imparare è come infiltrarsi in un gruppo e isolare la ragazza o il "target". La bionda, Kezia, anch'essa una pick up artist, guidò l'esercizio formando diversi gruppi di conversazione e selezionando alcuni di noi perché provassimo a inserirci nel discorso e isolare la preda.

Il corso copriva gli aspetti più disparati. Consigli di stile, colloqui motivazionali, lezioni su come apparire sicuri di sé. Più tardi uscimmo da Tiger Tiger per mettere in pratica ciò che avevamo imparato. La "regola dei tre secondi" prevede di non far trascorrere più di tre secondi dal momento in cui si nota una ragazza interessante a quando ci si avvicina per presentarsi. L'obiettivo era rimediare il loro numero di telefono. Mi sentivo libero, come se mi fosse stato permesso di seguire il mio istinto e avvicinarmi alle donne che mi piacevano. Tornai a casa con due numeri di telefono (uno dei quali non era falso).

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Talvolta la pratica PUA dell'approccio in strada viene fraintesa, quando non direttamente associata alle molestie. Nella mia esperienza, la maggior parte dei PUA dà molta importanza alla gentilezza e alla considerazione quando effettua un approccio a freddo—del resto stanno cercando di farsela, quella ragazza, quindi essere aggressivi non è utile. Ci era stato insegnato che se una donna non era interessata dovevamo comunque sorridere ed essere educati, anche se lei era scortese—soprattutto se era scortese, perché allenava la nostra capacità a mantenere la calma.

Naturalmente, quando un certo numero di PUA si ritrovano nella stessa zona, la sensazione di accerchiamento è evidente. Leicester Square veniva soprannominata "Pester Square", la piazza delle seccature. Una volta fermai una ragazza a Covent Garden. Prima ancora che attaccassi con la mia tiritera, sbottò, "Oddio! Sei il terzo uomo inquietante che mi ferma dicendo che 'gli piace la mia energia.' Ma vaffanculo!" Mi lasciò lì.

Nella mia esperienza, le tattiche PUA non funzionano. Non producono scene alla James Bond ma grotteschi robot sociali che farfugliano discorsi preriscaldati scritti da sociopatici borderline. È offensivo per l'intelligenza delle donne pensare che rifarsi il look e recitare una cantilena le conquisterà.

Alcuni PUA ottengono risultati migliori attraverso il "gioco interiore". Consiste nell'infondere fiducia negli uomini, invece che minimizzare le donne. Per gli uomini che soffrono di timidezza acuta una strategia del genere può rivelarsi utile; imparare la fiducia e il rispetto di sé è una buona cosa, ma non sono sicuro che i professionisti della seduzione siano i migliori depositari di questa conoscenza.

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Mentre i sedicenti "Pickup Guru" come Strauss sembrano essersi creati una personalità sciolta, la maggior parte dei PUA appare irrimediabilmente inautentica. Seduttori in buona fede come Russell Brand sono rari, considerato che i PUA sono come le sirfidi: hanno i colori della vespa ma sono privi del pungiglione. Inoltre, le donne sono brave nell'individuare i falsi, quindi farsi passare per un PUA per attrarle è palesemente controproducente.

Aggiungeteci il fatto che manipolare le persone per i propri fini è il fulcro della cultura PUA—un "pivot" è una ragazza che si utilizza per migliorare il proprio status sociale, "AMOGing" è una tecnica utilizzata per costringere i rivali a stare lontano dalle ragazze-target e le tecniche di "eliminazione del fidanzato" sono progettate per irretire una ragazza già impegnata.

I PUA si giustificano con riferimenti confusi alla psicologia evolutiva, in particolare al concetto di maschi "alfa" e maschi "beta". I maschi beta sono uomini che vogliono stare con una sola donna mentre quelli alfa hanno accesso a più donne. Di conseguenza l'obiettivo finale della comunità PUA è il "MLTR" o "Multiple Long Term Relationship", ovvero quando un PUA ha rapporti sessuali con più donne allo stesso tempo.

Le cose si fanno più malate quando si arriva al "gioco delle relazioni". Basandosi sulla psicologia evolutiva, alcuni PUA credono che tutte le donne vogliano inconsciamente intrappolarli in relazioni a lungo termine, un processo che chiamano "betizzazione". Le tattiche per evitare la betizzazione comprendono il rifiuto dell'intimità (che può significare fare solo "sesso violento") e la messa in pausa della partner mentre ci si concentra sulla seduzione di altre donne (chiamato "nexting"). Questo è il triste fulcro della cultura PUA—uomini insicuri che costruiscono relazioni con donne che permettono loro di maltrattarle.

Uscite dalla metro a "Pester Square" un fine settimana qualsiasi e noterete dei tizi che si avvicinano coraggiosamente alle donne. Alcuni cresceranno e smetteranno, altri incontreranno future fidanzate e molti beneficeranno della botta di autostima che questo tipo di formazione crea. Altri la prenderanno troppo sul serio e forse finiranno per alienarsi.

Per me, non è stata un'esperienza del tutto negativa. "L'approccio diretto" mi regala ancora buoni risultati. La formula verbale è più o meno questa: "Ciao, scusa, di solito non lo faccio, ma sei così carina che mi sarei preso a calci da solo se non fossi venuto a presentarmi." A dirla tutta, è così che ho incontrato la mia ultima ragazza. Ma credo che avesse poco a che fare con le parole e più con l'autenticità che deriva dalla maturità e il fatto che a lei piacciono gli scrittori.

La filosofia del PUA è ormai un capitolo chiuso della mia storia personale, insieme con le mie T-shirt dei Korn e il piercing al capezzolo.

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