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Attualità

Ho chiesto a Giancarlo Magalli come si sente a essere diventato l'eroe di internet

Nell'ultimo periodo, il conduttore televisivo Giancarlo Magalli è diventato un fenomeno virale protagonista di decine di pagine Facebook. Così ho deciso di contattarlo, per sapere come ci si sente a diventare un meme.

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Se come me anche voi passate buona parte del vostro tempo su internet, avrete di certo assistito all’irresistibile ascesa di Giancarlo Magalli. Nell’ultimo periodo, il conduttore de I fatti vostri è infatti diventato l’idolo di una generazione con cui ha ben poco—se non niente—da spartire.

La scintilla che ha dato vita al tutto è stata la diffusione di una bufala (condivisa più di 14.000 volte) secondo cui una casalinga bergamasca ossessionata da Magalli avrebbe costretto il marito a girare nudo per casa indossando una maschera del conduttore. Da lì in poi la situazione è degenerata: all’inizio di ottobre #Magalli è entrato tra i trending topic di Twitter—tra l’altro, vedendo il suo nome lì, in molti si sono chiesti se non fosse morto—ed è subito nata tutta una serie di pagine Facebook dedicate a lui, che non fanno altro che parlare di quanto sia bello Magalli e postare immagini su Magalli.

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Più che cercare di capire il perché di questo fenomeno, mi interessava scoprire che ne pensasse il diretto interessato. Così, ho chiamato Giancarlo Magalli stesso per chiedergli come ci si sente a diventare un meme e a vedere ogni giorno la propria faccia photoshoppata in contesti sempre nuovi.

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VICE: Immagino che sappia di essere diventato un’icona di internet.
Giancarlo Magalli: Sì, be’, è un gioco. Mi fa piacere che tanti ragazzi abbiano simpatia per me, facciano post dedicati a me… appunto, è un gioco. La cosa carina è che non sono mai offensivi—non ho mai visto nulla che mi abbia dato fastidio.

Sono tutte cose che divertono me per primo. È ironia. Io per primo faccio ironia, e devo anche essere pronto ad accettarla se mi capita di esserne oggetto. Poi si tratta sempre un’ironia garbata e intelligente, il che mi fa piacere. Mi fa piacere che i ragazzi mi dedichino attenzione.

Lei usa molto internet e Facebook?
Io ho un computer da quando ancora quasi non si sapeva cosa fosse: il mio primo computer risale agli anni Settanta, l’avevo importato dall’America. Era una cosa che avevano in pochissimi, c’era anche poco software. Piano piano ho avuto tutti i computer che sono usciti. Anche internet l’ho avuto subito e lo stesso dicasi per Facebook.

Su Facebook ho più di 6000 persone che mi seguono, 5000 richieste di amicizia che non posso accettare e circa 5000 amici. Alcuni di questi li conosco: ogni tanto organizzo delle cene con i miei amici di Facebook. Twitter invece non ce l’ho, non mi piace.

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Come mai è così apprezzato su internet?
Nel mio lavoro ci sono due livelli di lettura. C’è chi mi vede solo come il conduttore simpatico, che dice cose a volte anche interessanti, e morta lì. Ma c’è anche un altro livello di lettura: io faccio anche battute che non tutti capiscono, ed è quello ciò che piace ai ragazzi, che con me si divertono e riescono sempre a trovare qualche cosa nascosta in quello che dico. È chiaro che un ragazzo non sta tutto il giorno a casa a vedere I fatti vostri. Ma se gli capita, magari un giorno che ha l’influenza e non va a scuola, riesce a cogliere cose che magari le massaie, il vero pubblico, non colgono.

È un pubblico molto diverso da quello che lei intrattiene in televisione. 
I ragazzi non hanno mai guardato moltissimo la televisione—e se poi quando la guardano trovano delle cose che non gli piacciono fanno bene a non guardarla. Però, appunto, magari con me si fanno una risata, quando gli capita di vedermi, e poi mi sono riconoscenti. Come chiunque, del resto: oggi come oggi se regali una risata ti fai un amico.

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Come mai lei è così apprezzato mentre altri personaggi televisivi su internet vengono sempre e solo presi in giro?
Be’ ma è normale, ci sono dei personaggi che sono considerati dei fessi—anche da me, tra parentesi—e non si può pretendere che vengano lodati. Ci sono dei personaggi che sono dei bersagli naturali, e quindi purtroppo sono oggetti di un’ironia più cattiva, più amara.

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Io poi sto al gioco, non mi arrabbio… certo, se uno mi insulta mi arrabbio sì, ma se uno fa ironia in modo divertente mi trova ben disposto. Poi quando vedo queste cose io ringrazio sempre e metto sempre mi piace. Ne ho messo uno anche adesso.

A cosa?
A una foto in cui mi hanno vestito da babbo natale [ride]. Sotto c’era scritto “con babbo Magalli è sempre Natale” o una cosa del genere…

Sa com’è nato tutto questo fenomeno? Era uscita una notizia di una signora di Bergamo che
Ah, quella della maschera!

L’ha sentita?
Eh, è una bufalona quella! Mi ha fatto molto ridere. Quella è una cosa nata su Altervista [un blog ospitato su Altervista]—che è un sito di bufale clamorose, un po’ come Lercio—quindi già per questo bisognava capire che non era vera.

Però poi, visto che era verosimile… cioè no, non era verosimile, era la follia, però a volte la realtà supera la fantasia. Insomma, qualcuno ci ha creduto ed è diventata una leggenda metropolitana, al punto che poi l’hanno riportata anche diversi giornali. Ma si capiva che non era vera, credo che una signora di 86 anni abbia altro da fare che costringere il marito a indossare una mia maschera. Però bisogna ammettere che era ben fatta, c’erano addirittura le foto delle maschere a renderla credibile.

E da lì è nato tutto quanto. 
E da lì quelli che avevano capito che era una bufala—e sono tanti—hanno deciso di seguire il filone. Insomma, ci siamo divertiti e ci stiamo divertendo.

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