FYI.

This story is over 5 years old.

Stuff

L'uomo che ha trasformato i tuffi a bomba in uno sport

I tuffi a bomba li sanno fare tutti, ma c'è chi li sa fare un po' meglio. È il caso di Christian Guth, campione di splashing e detentore di diversi record mondiali, che ci ha spiegato tutto quello che dovremmo sapere.

I tuffi a bomba li sanno fare tutti, o quanto meno li sanno fare tutti quelli che hanno passato almeno un’estate nella piscina di quartiere a cercare inutilmente di impressionare parenti, amici e potenziali fidanzate. Ora però quella che è notoriamente una delle forme più elementari di tuffo è diventata uno sport.

Lo splash diving, così si chiama, è una disciplina in stile libero, in cui l’obiettivo principale non è quello di entrare in acqua con eleganza e senza increspare troppo la superficie, ma esattamente l’opposto: più lo schizzo è grande, meglio è. A dirla così sembra una cosa semplice, ma come ogni altro sport anche lo splashing ha le sue regole. Per capirci qualcosa di più mi sono messo in contatto con Christian Guth, campione di splashing e detentore di diversi record mondiali.

Pubblicità

VICE: Potremmo dire che sei uno dei fondatori di questo sport. Come lo definiresti?
Christian Guth: Pratico lo splash diving da una decina d’anni ormai e ancora ho difficoltà a darne una definizione. Lo sport che ci si avvicina di più è la disciplina olimpica dei tuffi, solo che il nostro stile è libero e schizziamo di proposito.

I tuffi a bomba li facevamo tutti anche senza bisogno di una disciplina sportiva. Come è nata?

È iniziato tutto con un gruppo di amici in una piscina di Bayreuth, in Germania. Volevamo attirare l’attenzione di alcune signorine del posto, e avendo a disposizione un trampolino in quel pomeriggio d’estate la nostra mente è stata attraversata dall’idea di provare il tuffo a bomba da quell'altezza. Quando abbiamo scoperto che faceva molto meno male del previsto abbiamo iniziato a divertirci. Poi abbiamo aggiunto una serie di varianti come capriole o piroette.

Davvero non fa male?
Be', lo splash diving è come la boxe. Quando sali sul ring per la prima volta e il campione in carica ti sferra due destri ben assestati, probabilmente finisci a piangere per il resto della settimana. Ma alla ventesima volta che sali sul ring hai imparato a evitare o a bloccare i ganci dell’avversario, e anche se ti colpiscono sai come incassare. La stessa cosa vale per lo splash diving: con un po’ di allenamento il corpo si abitua.

Questo sport ti permette di guadagnarti da vivere? 
Per i primi cinque o sei anni no, ma ora è già da qualche anno che ci riesco. Ho frequentato un corso di organizzazione eventi per cercare di coniugare lo sport che amo con il lavoro e posso dire tranquillamente che d’estate vivo come un re. In inverno è già più complicato e mi capita spesso di dovermi trovare un lavoro part-time o da freelance per riuscire pagare l’affitto.

Pubblicità

Quanti tuffatori pensi che ci siano nella disciplina? 
Se dovessi tirare a indovinare direi un numero compreso tra 500 e 1000, ma bisogna distinguere tra chi partecipa alle gare e chi invece pratica lo splashing solo per divertimento, senza avere la benché minima idea che si tratta davvero di uno sport.

Come si contano i punti nello splash diving? Immagino che la cosa più importante sia la quantità di spruzzi. 
Esatto, ma non solo. Pur essendo una disciplina libera, ogni concorrente è obbligato a comunicare in anticipo il tipo di tuffo che eseguirà. Ci sono quattro tipi di tuffi: il primo ad esempio non prevede alcuna forma di acrobazia ed è unicamente legato agli spruzzi. Tutti gli altri invece hanno un grado di difficoltà che varia a seconda del numero di capriole, piroette e posizioni. Ad esempio un doppio salto mortale con una mezza torsione e una posizione di sponda durante l’atterraggio ha un grado di difficoltà pari a 2,7. Questo punteggio viene moltiplicato per la somma dei voti dati dai sei giudici, tenendo conto che il più alto e il più basso vengono eliminati.

I giudici valutano tre parti distinte: il salto, l’esecuzione complessiva e la fase di atterraggio. A seconda dei diversi elementi dello stile libero (come una verticale o una presa) si ottiene un diverso voto da ognuno dei giudici, da 1 a 10. E ovviamente, maggiore è lo schizzo meglio è. Vengono sommati i punteggi di ogni tuffo e alla fine vince chi ha il punteggio più alto. È piuttosto semplice in realtà.

Sì, semplicissimo. Grazie.