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The Femitheist vuole sterminare il 90% degli uomini per risolvere tutti i nostri problemi

Un pizzico di Judith Butler combinato a una manciata di Aldous Huxley e qualche eco di Gattaca non basterebbero a descrivere questo manifesto per la riduzione della popolazione maschile, quindi abbiamo intervistato l'autrice.

The Femitheist è una studentessa di criminologia ventiduenne con un figlio di tre anni. Un giorno, nel 2012, ha fatto un video per introdurre il suo pensiero sull'International Castration Day. Dopo averlo caricato su YouTube è andata a prendersi un caffè, e quando è tornata a casa, qualche ora dopo, ha scoperto di aver scatenato il finimondo.

In poche parole, la sua idea era che l'unico modo per raggiungere una "vera uguaglianza" fosse ridurre la popolazione maschile di una percentuale che varia dal 90 al 99 percento.

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Anche se oggi lei stessa considera l'International Castration Day una stupidaggine, il post ha permesso alla rete di familiarizzare col suo nome. Due anni dopo, infatti, c'è chi la definisce una personalità di culto, la portatrice di un punto di vista estremamente realistico o, in alternativa, una "castratrice assolutista". Oggi continua a promuovere la causa della riduzione della popolazione maschile e a ricevere messaggi d'insulto e di sostegno sul suo sito e sul suo canale YouTube. Sta anche scrivendo quello che sarà il suo manifesto, in cui enuncerà i principi del femitheismo. Il titolo provvisorio è The Ratio.

VICE: Immagino che il titolo del manifesto sia un riferimento alla riduzione della popolazione maschile.
The Femitheist: Credo che il sistema di uguaglianza comunemente accettato, quello che vede uomini e donne al 50 e 50, sia imperfetto. Gli uomini dovrebbero diventare una classe speciale—e di conseguenza molto più importanti di quanto non siano ora—così da poter scegliere tra una miriade di donne a causa della grande differenza percentuale tra i due sessi. Io la penso così. Agli uomini verrebbe riconosciuto un valore maggiore, e la qualità della loro vita aumenterebbe di molto. Vivrebbero un'esistenza fantastica, simile a una vacanza tutto compreso che dura dalla nascita alla morte.

Anche ammettendo che i più siano d'accordo con quest'idea, come si potrebbe ridurre di così tanto la popolazione mondiale? Pensi all'eliminazione progressiva degli uomini o a una selezione?
La maggior parte delle vittime di crimini violenti e guerre è composta da uomini, quindi molti di loro continueranno a morire in questo modo, ma di certo non sono a favore della loro eliminazione. Non sto proponendo massacri selettivi o processi altrettanto brutali.

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E quindi come raggiungeresti quest'obiettivo?
Saranno necessarie ricerche nel campo della pianificazione delle gravidanze, della manipolazione del sesso e del genere, dell'individuazione del sesso a livello prenatale, degli aborti selettivi e dello sviluppo della procreazione tra due donne. Non è un obiettivo che si può imporre nel breve termine, ma intanto si può iniziare a incoraggiare queste pratiche. A meno di non essere antiabortisti, non ci sono grandi ragioni etiche per trovare vergognosa questa proposta. Gli aspetti di genetica e di sostenibilità ambientale della mia proposta sono documentati: effetto collo di bottiglia, endogamia, mutazioni genetiche e così via. I risultati non hanno fatto che rafforzare la mia tesi. Sono stata molto attenta e precisa. Ho fatto valutare la mia proposta da alcuni esperti di biologia e genetica—o comunque da persone che conoscono la materia. Mi hanno confermato che il mio piano funziona.

Questo in teoria, ma per quanto riguarda la pratica?
Bisognerebbe re-istruire tutti—sia gli uomini che le donne—a scuola, a casa, attraverso la letteratura, i media e l'arte. Sarebbe un processo molto lungo, ci vorrebbero dei decenni, delle generazioni, forse persino qualche secolo per vederlo completo. Tuttavia sono cose che vanno fatte per poter creare un mondo nuovo e migliore. La mia missione è quella di ideare ed esporre un piano che possa essere seguito per raggiungere questo obiettivo.

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Che tipo di uomini sceglieresti per portare avanti la specie? Li selezioneresti per le loro caratteristiche fisiche o caratteriali?
Gli uomini più adatti sarebbero quelli sani sia nella mente che nel corpo. Questo aspetto è anche collegato all'ingegneria genetica.

L'ingegneria genetica esiste già, sotto forma di test che le coppie fanno quando si sposano per evitare di passare ai figli del materiale genetico pericoloso. Non c'è dubbio che questo genere di cose diventeranno sempre più comuni man mano che approfondiamo le nostre conoscenze sul funzionamento del genoma. Gli uomini in salute e con un buon fisico saranno sempre quelli ideali, anche se chiunque può allenarsi e farsi i muscoli. Ma ogni criterio di selezione dovrebbe essere ben definito e revisionato con il passare de tempo, dato che la scienza avanza e la specie umana e i suoi bisogni cambiano.

Gli uomini sarebbero tenuti in isolamento come stalloni?
Penso che dovremmo separare gli uomini dalla comunità e farli vivere in un ambiente specifico, un po' come una riserva protetta. Così sia gli uomini che le donne sarebbero più al sicuro. Queste riserve sarebbero finanziate dallo stato, e gli uomini avrebbero a loro disposizione tutta una serie di attività, cure, svaghi, rifugio e protezione. Così facendo si eliminerà la disuguaglianza dalla società. Riducendo il numero degli uomini a una piccola percentuale, il loro valore socio-biologico aumenterà. Vivranno felici e sereni, e il concetto di "male disposability" sarà un ricordo del passato.

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Quindi gli uomini non hanno alcun valore oltre a quello biologico?
Se la tecnologia non sarà ancora arrivata al punto in cui per un determinato lavoro non c'è più bisogno degli uomini, i pochi necessari a compierlo saranno autorizzati—se vogliono—a lavorare al di fuori delle riserve.

Come schiavi?
No, affatto. Solo lo faranno senza la necessità di avere una contropartita economica, dato che non ne avrebbero bisogno. Si tratterebbe di attività controllate e regolamentate.

E per quanto riguarda le ambizioni individuali? Alcuni uomini potrebbero aspirare a qualcosa di diverso da una vita da stalloni di lusso.
Il futuro che immagino potrebbe apparire distopico, perché privo di libertà nel senso che si dà oggi al termine. È sbagliato. Sarebbe semmai utopico, senza conflitti, basato sulla collaborazione e su un sistema pianificato e ben oliato. Se tutto va bene per quasi tutti, il resto è irrilevante. Gli aspetti più importanti, nella vita, sono la sopravvivenza e il benessere socio-economico. L'esistenza di diversi principi e standard è necessaria solo in un mondo diviso in nazioni, culture, società e religioni, per paura dell'oppressione. In cosa è migliore un mondo del genere? Per il fatto che alcune persone potenzialmente hanno l'opportunità di fare alcune cose?

La prospettiva che proponi è un po' deprimente.
Lo scopo della vita è la semplice sopravvivenza e la prosecuzione della specie. Se per il solo fatto che esisti qualcuno ti fornisce tutto ciò di cui hai bisogno per vivere in modo confortevole, hai già quello che ti serve.

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Ma tutto questo rende obsoleti concetti come l'amicizia e l'unità familiare.
Per quanto riguarda l'amicizia eterosessuale e il modello della famiglia nucleare, sì.

Che alternative proponi a questo proposito?
Credo che i bambini dovrebbero essere cresciuti tutti insieme, dallo stato. La famiglia è terreno di coltura di vizi, mediocrità, ipocrisia e violenza. Va abolita. L'intolleranza e i pregiudizi passano di generazione in generazione. L'unità familiare convenzionale indottrina i bambini e li svuota del loro potenziale. La mia soluzione è di assegnare i bambini a degli educatori il cui compito sia solo quello di fornir loro riparo, cibo, vestiti e protezione—il tutto gestito dallo stato. Le bambine perfette verrebbero concepite, sviluppate e fatte nascere in appositi centri.

Non mi sembra comunque il meglio a cui si possa aspirare.
Ai bambini bisogna dare un'educazione adeguata, divisa per sessi, il cui scopo è lo sviluppo di abilità pratiche e capacità concettuali. Verrebbero insegnate loro le caratteristiche del sistema in cui vivono, la vera uguaglianza, e riuscirebbero a comprendere meglio la sessualità, la scienza, la cultura e l'appartenenza etnica. Se i bambini verranno cresciuti da educatori statali, non solo sarà più facile sconfiggere l'intolleranza e i pregiudizi che i genitori insegnano ai figli, ma in più i bambini potrebbero essere usati per controllare le precedenti generazioni e impedire la diffusione i valori sbagliati e arcaici. L'obiettivo finale è creare una società in cui tutti gli individui hanno la stessa visione del mondo.

Quindi le donne intratterranno relazioni lesbiche?
I rapporti tra uomini e donne sono cambiati molto nel corso della storia, e sono il prodotto della cultura e del periodo. Oggi l'omosessualità non è ancora considerata una cosa comune o normale, ma col passare del tempo sempre più donne diventeranno interessate ad altre donne o vorranno sperimentare.

Quindi tu pensi che anche l'orientamento sessuale possa essere pianificato?
Certo. Io credo che l'orientamento sessuale, come molte altre cose, sia un prodotto tanto genetico quanto sociale. Chiunque affermi che l'orientamento sessuale è puramente genetico è in errore o in malafede. Ci sono molte più donne aperte all'omosessualità che uomini, ti sei mai chiesto il perché?

Non lo so, secondo te dipende da fattori genetici?
Forse in parte sì. Ma la ragione principale è che gli uomini hanno paura dell'omosessualità, perché non è ciò che "dovrebbero" essere. Combinando ingegneria sociale e ingegneria genetica, saremo in grado di riprogrammare la sessualità umana come preferiamo.

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