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Mentre Kiev è al collasso, nell'est dell'Ucraina si continua a combattere

Giovedì, mentre nell'est del paese si continua a combattere, la crisi ucraina si è ulteriormente aggravata a seguito dell'annuncio delle dimissioni del primo ministro Arseniy Yatsenyuk.

Questo post è tratto da VICE News. Un convoglio di più di 100 veicoli militari dell'esercito ucraino, inclusi blindati, carri armati e lanciarazzi multipli, a circa 16 chilometri da Donetsk.

Giovedì, mentre nell'est del paese si continua a combattere, la crisi ucraina si è ulteriormente aggravata a seguito dell'annuncio delle dimissioni del primo ministro Arseniy Yatsenyuk.

Yatsenyuk ha dato la notizia nel corso di una seduta parlamentare, dopo che due partiti avevano manifestato la volontà di uscire dalla coalizione di governo. "Rassegno le mie dimissioni a causa dello strappo nella coalizione," ha affermato il Primo Ministro. Il politico ucraino, di solito molto posato, si è scagliato contro i deputati che non si decidevano ad approvare un aumento degli stanziamenti per l'esercito e a liberalizzare la gestione dei gasdotti per cercare di risolvere la crisi energetica.

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"La storia non ci perdonerà," ha dichiarato. "Milioni di persone hanno fatto questa rivoluzione. Non siamo stati noi a scegliere l'Europa, ma l'hanno fatto i 'cento martiri' e migliaia di altri ucraini," ha aggiunto riferendosi a quanti hanno perso la vita nei prolungati scontri in piazza Indipendenza.

Nel presentare le proprie dimissioni, Yatsenyuk ha anche posto l'accento sulla guerra nell'est del paese, che solo questa settimana ha mietuto decine di morti tra i civili. "Questa coalizione si è frantumata, le leggi non sono state votate, i soldati non possono essere pagati, non ci sono più soldi per comprare le armi e non c'è più la possibilità di fare rifornimenti di benzina," ha detto.

Insediatosi dopo la violenta rivoluzione che lo scorso febbraio ha rimosso dal potere il presidente filorusso Viktor Yanukovyc, il governo di Kiev ha dovuto affrontare una crisi dopo l'altra: la difficile condizione economica, l'annessione della Crimea da parte della Russia, e infine il durissimo conflitto con i ribelli filorussi che hanno conquistato larghe porzioni di territorio nell'est dell'Ucraina.

Questo giovedì sia il partito nazionalista Svoboba che il movimento UDAR—il cui acronimo in ucraino significa "pugno"—guidato dall'ex pugile Vitali Klitschko, hanno tolto il loro appoggio alla coalizione di governo chiedendo le elezioni anticipate.

Dalla fine della rivoluzione ad oggi, infatti, non si sono ancora tenute le elezioni generali. Il governo non è così riuscito a portare avanti riforme significative, dato che la "vecchia guardia" ha ancora il potere di bloccarle.

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Il 22 luglio è scoppiata una rissa in parlamento dopo la decisione di inviare più riservisti a combattere al confine con la Russia. I disordini all'interno della Rada sono arrivati a due settimane dalla proposta del governo di mettere fuori legge il Partito Comunista, vicino alla posizioni dell'ex presidente Yanuokvych.

Il leader del gruppo della controparte russa, Gennady Zyuganov, ha definito la proposta come "un sopruso" e "una vigliaccheria."

Il presidente ucraino Petro Poroshenko, eletto a marzo con il 54 percento dei voti, è parso approvare la disgregazione della coalizione, affermando che i deputati "si sono allineati con il volere degli elettori." "Tutti i sondaggi, così come i discorsi delle persone, indicano che la popolazione vuole un ricambio generalizzato delle autorità ucraine," ha aggiunto.

Il presidente Poroshenko—un oligarca soprannominato "il re del cioccolato" grazie ai suoi vasti possedimenti nell'industria dolciaria—ha anche detto che l'uscita dalla coalizione dei due partiti non dovrebbe impedire ai deputati di svolgere il proprio lavoro. "Tutto ciò non dovrebbe paralizzare il lavoro parlamentare," ha detto. "Il parlamento deve continuare a legiferare su questioni di rilevanza nazionale."

Tuttavia, a parte le dimissioni di Yatsenyuk, la situazione del governo non dovrebbe cambiare più di tanto. Gli accordi sottobanco sono una pratica diffusa nel mondo politico ucraino, e ci sono già molte speculazioni sul fatto che le dimissioni non siano altro che una mossa per arrivare alle elezioni anticipate.

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David Clark, direttore del think-tank Russia Foundation, ha detto a VICE News che le dimissioni di Yatsenyuk potrebbero essere "una mossa orchestrata", pianificata "da almeno tre settimane." "Poroshenko è stato costretto a fare così", ha aggiunto, "perché nel governo ci sono fazioni che stanno bloccando le riforme e non vogliono le elezioni anticipate."

Le dimissioni del premier e le manovre politiche a Kiev, tuttavia, non possono interessare più di tanto i civili terrorizzati nell'est del paese. Ieri a Luhansk, città in mano ai ribelli, le sirene d'allarme hanno costretto i cittadini a rifugiarsi negli scantinati e nei rifugi antiaerei, mentre le esplosioni rimbombavano sulle strade.

Decine di migliaia di persone sono fuggite dalla città, che prima della guerra contava su una popolazione di 400mila abitanti. Dopo l'inizio dell'"operazione anti-terrorismo" di Kiev che punta a "liberare" la città, quest'ultima è stata bersagliata dai mortai e dall'artiglieria pesante.

L'"operazione anti-terrorismo" si sta concentrando anche sui ribelli filorussi che controllano Donetsk, dove i combattimenti con l'esercito ucraino hanno imperversato nella periferia della città. Diversi colpi d'artiglieria sarebbero stati sparati nell'area questo martedì.

Un rapporto di Human Rights Watch, pubblicato giovedì, ha evidenziato come l'uso indiscriminato dell'artiglieria pesante, da una parte e dall'altra, abbia provocato caos, confusione e un numero sempre maggiore di morti tra i civili.

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La pensionata Valentina e il nipote di 17 anni Alexy nascosti nello scantinato per proteggersi dai colpi di mortaio, sparati sulla loro abitazione alle 5 di mattina.

Mentre a Kiev si consumava lo scontro politico, la settantenne Valentina e il nipote diciassettenne Alexy erano seduti in silenzio nel loro scantinato, che non hanno mai lasciato da quando i mortai hanno sventrato la facciata della loro abitazione intorno alle 5 di mattina. Un colpo è anche entrato dalla finestra di Alexy. "È un miracolo che sia ancora vivo," dice la madre a VICE News. Almeno otto colpi hanno distrutto un parco giochi per bambini e diverse abitazioni.

"Non sappiamo chi stia sparando," sussurra Valentina. "Sappiamo solo che hanno distrutto la nostra casa."

Tutte le foto di Harriet Salem. Segui Harriet Salem su Twitter: @HarrietSalem