FYI.

This story is over 5 years old.

Stuff

E se vivessimo davvero in un grande ologramma in 2D?

Nelle campagne dell'Illinois, un gruppo di ricercatori ha avviato un esperimento che, dicono, nel giro di un anno li aiuterà per la prima volta a determinare se io, voi e qualunque cosa viva in realtà in un universo olografico bidimensionale.

Foto via Flickr/Doctor Popular. Questo post è tratto da Motherboard.

In una casa mobile nelle campagne dell'Illinois, servendosi delle tecnologie più all’avanguardia, un gruppo di ricercatori del governo americano ha avviato una serie di esperimenti che, dicono, li aiuterà a determinare se io, voi e qualunque cosa viva in realtà in un universo olografico bidimensionale.

A prima vista sembra una cosa da psicopatici, ma secondo Craig Hogan, direttore del Fermilab Center for Particle Astrophysics del Dipartimento di Energia, alcune incongruenze tra la teoria della relatività di Einstein e le scoperte sulla natura della materia di Max Planck sarebbero spiegabili solo se vivessimo in una realtà illusoria alla Matrix.

Pubblicità

“Per migliaia di anni abbiamo ipotizzato che lo spazio fosse fatto di punti e linee,” mi ha detto. “Forse sbagliamo—potrebbe essere fatto di onde, come la materia e l’energia.”

In altre parole, è possibile che lo spazio e l’universo non siano interamente definiti—la posizione degli oggetti non sarebbe completamente esatta, e potrebbe essere trasmessa in qubit in grado di subire leggere variazioni. Craig Hogan lo paragona ai pixel di una foto: vista da lontano appare come una sola immagine, ma se ingrandita a sufficienza mostra tutti i piccoli punti che compongono l’insieme.

Uno dei componenti dell'olometro. Via Fermilab

Lo spazio e tutto ciò che esiste potrebbe avere la stessa forma, teorizza Hogan. Vale a dire che se zoomaste sufficientemente sulla materia o sullo spazio fino a superare il livello subatomico, la realtà potrebbe rivelarsi similmente sfuocata, e in leggero movimento.

In un suo paper (vedi sotto), Hogan scrive che “alcune proprietà dello spazio e del tempo che sembrano fondamentali, compresa la posizione degli oggetti, potrebbero essere il risultato di una macroscopica approssimazione del flusso di informazioni in un sistema quantistico.”

Se così fosse, significherebbe che “il mondo reale coincide con l'immagine video quadri-dimensionale definitiva.” Nel documento Hogan espone anche l’ipotesi del suo team, secondo cui spazio e tempo sono il prodotto di piccole quantità di informazione variabili, e la relazione fra i due viene creata attraverso l’elaborazione di tali informazioni.

Pubblicità

La casa mobile dell'Holometer. Via Fermilab

Dunque questa è la teoria. Ma come diavolo la si dimostra?

In un laboratorio chiamato Holometer [olometro] che utilizza raggi laser ultra potenti, ovviamente. Ve lo spiega meglio di me il Fermilab stesso in un comunicato:

“Operativo alla massima potenza, l'olometro utilizza due interferometri posti l’uno accanto all’altro, che emettono due raggi laser da un kilowatt ciascuno (potenza equivalente a quella di 200.000 puntatori laser) verso un beam splitter, per poi proseguire lungo due bracci perpendicolari da 40 metri. La luce viene poi ri-riflessa verso lo splitter, dove i due fasci si riuniscono, dando luogo a fluttuazioni di luminosità in caso di movimento. I ricercatori analizzeranno queste fluttuazioni nella luce di ritorno per vedere se lo splitter subisce variazioni—ossia se viene trasportato anch’esso da un movimento dello spazio.”

Quindi, se la squadra rilevasse del movimento, potrebbe voler dire che lo spazio non è un’entità fissa, ossia che stiamo vivendo nella matrice.

L'olometro. Via Fermilab

Hogan mi ha anche detto che, se è vero che viviamo in un ologramma, “l’effetto elementare è che la realtà possiede una quantità limitata di informazioni, come un film di Netflix quando Comcast non fornisce abbastanza larghezza di banda, e le immagini sono mosse e un po’ sfuocate. Niente rimane del tutto fermo, tutto si muove leggermente.”

La squadra renderà disponibili i primi risultati nell’arco di un anno, e questa è l'unica certezza. “Non sappiamo che cosa scopriremo,” ha detto Hogan.

Il paper completo è disponibile qui sotto:

Hologram World